La scorsa settimana, Exane ha organizzato il 16° Seminario europeo. Secondo i nostri analisti David Finch e Micha Meinertz, le società non sembrano percepire elevati vincoli sulla crescita globale. I principali CEO sono ottimisti sulle prospettive macroeconomiche di breve termine, soprattutto in Cina e negli USA. Per quanto riguarda l’Eurozona, il quadro che ne è emerso risulta essere meno definito: è certamente positivo per i paesi dell’Europa mediterranea, che hanno assistito ad una marcata stabilizzazione e a un miglioramento della congiuntura, mentre l’opinione sulla Francia é piuttosto pessimista.
L’ultima indagine di mercato sull’andamento dell’attività economica indica un ritmo di crescita contenuto ma positivo (circa pari allo 0,2-0,3% su base trimestrale) nonostante i paesi dell’Eurozona abbiano evidenziato una generalizzata perdita di momentum del settore manifatturiero. Per quanto riguarda la Francia, la nostra view ottimista sul rialzo dei margini societari è ancora valida, sebbene il paese sia in ritardo rispetto all’attuale ripresa economica. In un certo senso, la sotto-performance del paese altro non è che il riflesso della sua resistenza negli ultimi anni.
Infatti la Francia ha mantenuto un buon andamento nel corso del 2012-2013 (crescita dello 0,4% in media rispetto al -2,1% in Italia e -1,4% in Spagna). Tuttavia, dall’altro lato della medaglia, nel 2014 la Francia é il paese che ha registrato la minore accelerazione del tasso di crescita (0,3pt vs 1,2pt in Germania, 1,9pt in Italia, 2,1pt in Spagna). In Francia, uno dei problemi principali di quest’anno è l’andamento del mercato immobiliare. Infatti quest’anno l’investimento immobiliare ha raggiunto livelli particolarmente bassi e il dato dovrebbe incidere negativamente sulla crescita del PIL di 0,4 punti percentuali.
L’attuale quadro é riconducibile a nuove norme, a un regime fiscale meno favorevole con una maggiore regolamentazione sulle norme vigenti sugli affitti nonché all’aumento dell’IVA relativa alle spese per la casa previsto dal precedente governo. Inoltre, un ulteriore contributo negativo potrebbe essere apportato dal livello degli investimenti pubblici nella crescita. In breve, il governo dovrà modificare alcune delle misure recentemente implementate e che penalizzano il settore ma gli effetti di ciò non saranno certamente visibili prima della fine dell’anno prossimo.
Diverso il clima che abbiamo percepito in occasione del nostro soggiorno a Roma per incontrare funzionari e consiglieri politici. In particolare, abbiamo avuto la sensazione che il programma riformatore di Renzi possa avere risvolti positivi per il Bel Paese. E’ indubbio che Renzi si sia guadagnato il consensus popolare per le sue idee, così come evidenziato dal suo successo alle elezioni europee. Gli italiani sono stanchi della vecchia casta politica, delle vecchie e cattive abitudini, ecc.
Il Premier Renzi, appartenente alla nuova generazione di politici italiani, ha ben compreso questo sentimento generalizzato ed è davvero disposto a riformare il sistema. Data la sua grande popolarità, sia i sindacati sia le organizzazioni rappresentative delle imprese hanno in un certo senso perso un po’ del potere negoziale e ora sono più cooperativi nei confronti dell’azione di governo. Persino il popolo italiano ha compreso che questa potrebbe rappresentare l’ultima occasione per la correzione dei problemi strutturali del paese. Sottolineiamo tuttavia che le riforme richiederanno del tempo. L’implementazione di un sistema elettorale e legislativo più stabile, cioè una riforma costituzionale che ridimensioni radicalmente l’importanza del Senato, richiederà almeno un anno.
Allo stesso modo, gli ostacoli amministrativi e la semplificazione legale per la gestione d’impresa dovranno essere implementati; ma ci vorrà tempo prima di osservarne un impatto significativo sull’economia italiana. Questo è il motivo per cui Renzi sicuramente non metterà mano al sistema pensionistico italiano, sebbene lo stesso sia molto costoso; così facendo infatti manterrà intatta la sua popolarità ed eviterà importanti tagli al welfare in una fase in cui l’economia risulta essere ancora vulnerabile.
Ovviamente, abbiamo anche discusso in dettaglio i problemi finanziari delle PMI italiane. La Banca d’Italia sembra essere abbastanza positiva sulle ultime misure adottate della BCE. Dopo molti anni caratterizzati da alti costi di finanziamento ed elevati crediti in sofferenza, probabilmente la BCE ridurrà significativamente il costo di funding per favorire l’erogazione del credito alle imprese. Tuttavia le autorità finanziarie italiane ritengono che si possano implementare ulteriori manovre, se necessario. Inoltre, è emersa chiaramente la volontà di sviluppare in Italia il processo di cartolarizzazione dei prestiti. Sebbene alcuni “esperimenti”, come i mini-bond delle PMI, non abbiano riscosso un successo elevato, le autorità finanziarie vogliono offrire ulteriori garanzie a favore della cartolarizzazione nei paesi periferici. Renzi probabilmente porterà il tema della cartolarizzazione dei prestiti delle PMI come uno degli obiettivi principali della presidenza italiana al Consiglio dell’Unione Europea.