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Ex Ilva, lettera di ArcelorMittal al governo per riaprire la trattativa. Una strada possibile?

Imagoeconomica

Sul dossier ex Ilva, ArcelorMittal avrebbe inviato una lettera al governo. Il contenuto: la disponibilità – secondo quanto riferisce il Sole 24 Ore – a riprendere il dialogo dopo la rottura delle trattative. Da parte dell’esecutivo, una risposta che potrebbe essere incentrata sulla richiesta di impegni reali. Tutto ruota attorno alla reale possibilità di raggiungere un accordo in extremis sulla diluizione del socio privato dall’attuale 62% a una quota pari, se non inferiore, al 34 per cento, con contestuale rinuncia al controllo condiviso. Ipotesi già avanzata dai ministri ma respinta in maniera netta da ArcelorMittal.

Ex Ilva: “Negoziati sempre aperti”

Sempre secondo il Sole, fonti di governo impegnate nella gestione della crisi dell’ex Ilva hanno fatto sapere che “i negoziati sono sempre aperti, fino all’ultimo ci sono margini”. Mittal aveva aperto alla discesa nell’azionariato con una chiusura rispetto sia alla strada della governance a favore dello Stato sia agli impegni sui futuri investimenti.

Ex Ilva, sindacati e governo

E se il segretario della Cgil, Maurizio Landini, stamani ha sottolineato che “sull’ex Ilva si sono persi 12 anni”, da Matera sempre stamani il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha fatto sapere: “La situazione è davvero grave, non possiamo perdere tempo”. Aggiungendo: “Abbiamo attivato le procedure che possono portare all’amministrazione straordinaria nell’arco di qualche settimana, d’altra parte se poi Mittal dovesse fare delle proposte che sono in sintonia con ciò che il governo ritiene assolutamente necessario, per la salvaguardia dell’impianto e il rilancio produttivo, i soci possono tra loro sempre ovviamente discutere, confrontarsi e raggiungere un’intesa”.

Ex Ilva, il commissariamento e l’indotto

Intanto, rispetto alle proteste avviate dall’indotto, il governo potrà agire a tutela delle aziende che gravitano attorno ad Acciaierie d’Italia solo quando saranno passati i 14 giorni dall’avvio dell’iter per il commissariamento e avrà ricevuto una risposta da parte del socio privato, che – appunto – può decidere o di investire, rimanendo così socio nel capitale dell’azienda, oppure aprire l’amministrazione straordinaria. Resta il fatto che, se non risponderà, Invitalia potrà far scattare di default la procedura, come previsto dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 gennaio. L’iter è stato affrontato in un incontro tra lo stesso Urso, la ministra del Lavoro Marina Calderone e le imprese dell’indotto.

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