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Ex Ilva: la migliore offerta? I commissari scelgono Baku Steel. Chi c’è dietro al consorzio azero

Imagoeconomica

I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e di Ilva – entrambe in amministrazione straordinaria – informano in una nota di aver trasmesso al ministero delle Imprese e del Made in Italy “una richiesta di autorizzazione per avviare una negoziazione in via preferenziale con il consorzio azero guidato da Baku Steel Company Cjsc (colosso della metallurgia dell’Azerbaigian dal 2011, ndr) e Azerbaijan Investment Company Ojsc“. Quest’ultima, in particolare, risulta fondata nel 2006 dal Governo della Repubblica dell’Azerbaigian che ne detiene l’intero capitale.

La notizia era stata anticipata in giornata dal ministro delle imprese e made in Italy Adolfo Urso.

Ex Ilva: la migliore offerta? La scelta è Baku Steel

“La decisione – aggiungono i commissari – è maturata al termine di un’attenta e approfondita analisi delle offerte di rilancio pervenute. Il processo di selezione ha valutato diversi fattori, tra cui la solidità finanziaria dei candidati, la sostenibilità industriale delle rispettive proposte ed i benefici in termini di occupazione e per le comunità locali”.

I commissari straordinari sottolineano che “nel rispetto della complessità della trattativa per il futuro del polo siderurgico, il processo di negoziazione si svolgerà con la necessaria riservatezza, garantendo la tutela degli interessi industriali, occupazionali e sociali coinvolti”.

Ex Ilva: a quanto ammonta l’offerta di Baku Steel

La decisione finale spetterà a Palazzo Chigi, poi si aprirà la trattativa con i sindacati. L’offerta messa sul piatto dal Baku, preferita a quella di Jindal International, ammonterebbe ad oltre un miliardo di euro, ovvero 500 milioni di valutazione del magazzino più 600 milioni per l’acquisto degli impianti. Con la promessa di altri 4 miliardi da investire nei prossimi anni.

Ex Ilva, nuovo azionariato: cosa farà lo Stato?

Nella fase della negoziazione in esclusiva con gli azeri si dovrà decidere se lo Stato entrerà nella nuova compagine con una quota del 10% in capo a Invitalia, da autorizzare con apposita norma. E potrebbero rientrare in gioco, con una partecipazione, anche gli indiani di Jindal Steel International.

Ex Ilva: tenuta occupazionale e nuovo ciclo produttivo

Nel dettaglio della proposta di Baku, a regime gli occupati effettivi dovrebbero essere circa 7mila (in calo rispetto agli attuali 9773 dipendenti, a cui si aggiungono gli oltre 1700 di Ilva in As). Il ciclo produttivo si baserebbe su un solo altoforno e due forni elettrici, che col tempo dovrebbero diventare tre (mentre l’altoforno verrebbe chiuso sul medio periodo). La produzione arriverebbe così al massimo a 6 milioni di tonnellate. Ora è in corso la procedura per il riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), che dovrà però incassare il via libera del ministero della Salute per la valutazione del danno sanitario.

C’è cautela tra i sindacati, che non nascondono qualche timore per la tenuta occupazionale.

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Categories: Economia e Imprese