Il Consiglio dei ministri ieri in serata ha approvato un piano di salvataggio per l’ex Ilva che prevede il passaggio della società in amministrazione straordinaria. Il Governo con un decreto legge al di fuori dell’ordine del giorno ha approvato un pacchetto di misure, intervenendo d’urgenza sull’ordinamento già esistente, a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi, fra cui l’ex Ilva, e prevede garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria.
La trattativa con ArcelorMittal ancora aperta: si discute sulla sua discesa in minoranza
La strada del divorzio consensuale voluta dall’esecutivo per mettere fine all’era di ArcelorMittal in Acciaierie d’Italia, però, sembra tutt’altro che intrapresa. Secondo alcune fonti, vicine al colosso franco-indiano le trattative tra il governo e il socio privato stanno andando avanti: sul tavolo ci sarebbe una discesa in minoranza del socio indiano, ma anche una chiusura a ulteriori finanziamenti senza alcuna partecipazione alla gestione dell’azienda. Con un’unica eccezione: 200 milioni per l’acquisto degli impianti.
Secondo le stesse fonti della multinazionale la proposta avanzata di cedere tutte le proprie azioni rimanenti non avrebbe incontrato l’approvazione di Invitalia. Mittal si dice comunque disposta a cederle ad un investitore gradito al governo. A quanto si apprende, il governo sta proponendo una diluizione del socio di minoranza al 34% (attraverso un aumento di capitale di 320 milioni di euro e la conversione in capitale del finanziamento soci di euro 750 milioni). In tal modo “ArcelorMittal perderebbe il controllo congiunto e diventerebbe un investitore di minoranza, con soli diritti di protezione di base”; due proposte che “sono in linea di principio accettabili per la famiglia Mittal”, dicono le fonti.
Le tutele dei lavoratori
Intanto da Palazzo Chigi confermano il tavolo con i sindacati giovedì 18 gennaio alle 15:00, “per proseguire il confronto avviato da tempo sul futuro dell’acciaio in Italia”.
Le nuove norme, che prevedono garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale commissariamento, preparano chiaramente la strada alla prova di forza con Mittal. Tra le misure approvate anche l’esclusione dalla cassa integrazione dei lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi. Rimangono ferme le disposizioni, già inserite nell’ordinamento, a tutela delle piccole e medie imprese creditrici.
Federacciai resta a favore della nazionalizzazione permanente
Intanto continua a farsi sentire il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che si dice favorevole “a percorsi di nazionalizzazione permanente” dell’ex Ilva “però – sottolinea – nella situazione in cui versa l’impianto serve una fase transitoria” in cui lo Stato “deve garantire gli investimenti per la decarbonizzazione” degli impianti e farsi carico dei “debiti” accumulati. “Bisogna costruire le condizioni per un’operazione che, seppure nel medio e lungo periodo, abbia una sua redditività”, spiega Gozzi, tirando in ballo nuovamente i privati: “Credo che la siderurgia italiana, a partire dal grande produttore di prodotti piani che è Arvedi, possa pensare a un disegno di questo tipo”.