Un ennesimo nulla di fatto che ha spinto i sindacati a reagire con veemenza. L’incontro a Palazzo Chigi tra il Governo e le confederazioni sindacali sull’ex Ilva di Taranto, ancora una volta, non ha prodotto risultati. Attraverso una nota Palazzo Chigi ha “confermato l’intenzione di continuare a fare la propria parte e ha assicurato che sarà garantita la continuità aziendale“. Il Governo ha inoltre convocato le organizzazioni sindacali per un nuovo incontro che si terrà entro la fine dell’anno, probabilmente dopo il consiglio dei ministri in programma per il 28 dicembre. Ma i sindacati non si stanno e annunciano: “Non ci muoveremo da Palazzo Chigi fino a quando non avremo risposte”.
Ex Ilva: la riunione tra il governo e i sindacati
All’incontro, durato circa due ore, hanno partecipato il ministro degli Affari Ue e Pnrr, Raffaele Fitto, il miistro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, quello del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, quello dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (in videocollegamento), e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
Per i sindacati erano invece presenti Michele De Palma (Fiom-Cgil), Roberto Benaglia (Fim Cisl), Rocco Palombella (Uilm-Uil), Sassari Colautti (Usb) Giovanni Antonio Spera (Ugl metalmeccanici).
Al termine della riunione i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm si sono rifiutati di andare via da Palazzo Chigi fino a che il governo non chiarirà la propria posizione in merito alla prossima assemblea dei soci del 22 dicembre e in generale rispetto al futuro di Acciaierie d’Italia. “La riunione del governo non può finire con un ulteriore rinvio. Rimaniamo a palazzo Chigi in attesa di avere spiegazioni dai ministri competenti sulle intenzioni del governo per il futuro dell’ex Ilva”, ha detto Rocco Palombella, segretario generale Uilm dopo l’incontro.
“Il governo si assuma le proprie responsabilità e ci dia risposte definitive. Basta rinvii, ora servono decisioni: occorre salvare gli occupati e rilanciare la produzione industriale, non ci sono alternative”, ha aggiunto Palombella.
“Chiediamo che lo Stato salga in maggioranza e gestisca l’azienda fornendo garanzie occupazionali per il rilancio della produzione di acciaio senza danni ambientali”, ha dichiarato il leader Fiom, Michele De Palma anche a fronte delle ipotesi di un possibile ricorso all’amministrazione straordinaria o di altre ipotesi che il governo potrebbe mettere sul tavolo.
“Resteremo qui fino a che non ci sarà data una risposta o il governo pensa di avere ancora tempo per decidere?”. Per questo è importante, ha detto il leader Fim Roberto Benaglia, “che il governo si presenti coeso e parli con una voce sola: oggi deve iniziare il percorso per il salvataggio dell’Ilva”. La situazione finanziaria, ha proseguito, “è gravissima e il rischio che si possano portare i libri in tribunale c’è. Serve per questo un piano di salvataggio del Gruppo che veda la ricapitalizzazione e l’entrata in maggioranza dello Stato come i perni fondamentali dell’azione. Non servono scelte che salvano il capitale ma distruggono l’azienda come l’amministrazione straordinaria”.
Lavoratori in presidio
Nel frattempo, fuori dalle mura di Palazzo Chigi si è tenuto un presidio dei lavoratori dell’ex gruppo Ilva per chiedere risposte al governo su “Salute, Occupazione e Lavoro”. “Governo sveglia, vogliamo risposte”, gridano i manifestanti nei megafoni, sventolando le bandiere sindacali.