Sindacati sul piede di guerra dopo l’incontro – definito “deludente e inconcludente” tra le associazioni di categoria, i commissari Ilva in amministrazione straordinaria e i ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), Roberto Gualtieri (Economia) e Nunzia Catalfo (Lavoro).
Il governo ha bocciato senza riserve il piano presentato la scorsa settimana da Arcelor Mittal per l’ex Ilva che prevede 3.200 esuberi, riduzione della produzione e rinvio degli investimenti. “Questo piano per noi è inadeguato”, ha affermato il ministro dell’Economia Gualtieri. “È evidente – ha aggiunto – che esiste il Covid ed è quindi legittimo, rispetto ad una pianificazione definita precedentemente, tenere conto di un evento che non può essere considerato inesistente, ma è altrettanto vero che questo piano va ben oltre un semplice adattamento del piano di marzo alle circostanze”.
Il ministro Catalfo ha parlato di un piano che “non è assolutamente soddisfacente”. “La riduzione occupazionale – ha affermato – non è accettabile così come viene presentata. Il piano industriale presentato a marzo era abbastanza differente da questo”. Duro anche il ministro Patuanelli secondo cui Arcelor Mittal avrebbe utilizzato come scusa la rimozione dello Scudo Penale per restituire gli impianti.
Durissimo il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli: “L’azienda ha stracciato l’intesa del 6 settembre 2018 fatta col sindacato e quella del 4 marzo fatta col Governo e altrettanto farà con quella inviato il 5 giugno”. Il sindacalista boccia senza appello i numeri del nuovo piano industriale così come trapelati dalle indiscrezioni e non presentati oggi dal governo al tavolo di confronto.
“Il nuovo piano prevede 3200 in Cigs già nel 2020 a cui aggiungere quelli in amministrazione straordinaria. Far slittare dal 2023 al 2025 come traguardo per ambientalizzazione e piena occupazione non solo inaccettabile ma è anche solo teorico, perché inconsistente sul piano degli investimenti e discutibile dal punto di vista dell’efficacia per il rilancio produttivo”, commenta.
Bentivogli poi esprime un parere totalmente opposto rispetto a quello del ministro Patuanelli. Secondo lui, a innescare la discesa nei rapporti tra la multinazionale e il governo e conseguentemente con i sindacati, sarebbe stata proprio la decisione di cancellare lo scudo penale nei confronti della nuova proprietà franco indiana.
“Nella ricostruzione del Ministro Patuanelli si insiste a ritenere la rimozione dello Scudo penale come pretesto per restituire gli impianti. Ma lo stabilimento di Taranto non si può usare a fisarmonica a seconda dei volumi. La realtà ha evidenziato che con l’introduzione dell’emendamento, con cui si è cancellato lo scudo penale, è iniziato il disimpegno. L’azienda pagava 1,8 miliardi per acquisire Ilva e ora metterà 500 milioni per una partecipazione di minoranza, magari con il Prestito previsto dal Dl Liquidità. E tutto il resto lo metteranno i contribuenti. Un capolavoro”, conclude Bentivogli.