Nuova, ennesima tegola per Evergrande, finita al centro di una frode. La società che ha innescato la crisi immobiliare cinese ha falsificato i conti e ha gonfiato i ricavi di circa 78 miliardi di dollari. Lo ha stabilito la China securities regulatory commission (CSRC), l’autorità di controllo delle borse cinesi, che ha multato il fondatore, Hui Ka Yan, di 6,5 milioni di dollari e lo ha bandito per sempre dai mercati finanziari del paese. Sarebbe stato lui, secondo l’autorità, ad organizzare la frode. L’ex amministratore delegato Xia Haijun, ha invece ricevuto una multa di 2 milioni di dollari ed è stato a sua volta bandito dai mercati cinesi mentre, Hengda, la principale unità del conglomerato, ha ricevuto una sanzione di 580 milioni.
Le accuse
Secondo le autorità cinesi, Hengda avrebbe aumentato i suoi ricavi nel 2019 di circa 214 miliardi di yuan (+63% pari a 29,7 miliardi di dollari) imputando vendite in anticipo, e di altri 350 miliardi di yuan (+87%) nei bilanci del 2020. Successivamente, proprio grazie a questi numeri falsi, avrebbe raccolto 2,9 miliardi di dollari sui mercati finanziari.
Per la China securities regulatory commission, la gran parte della colpa di quanto accaduto sarebbe dell’ex fondatore Hui Ka Yan, che infatti ha ricevuto la multa più alta. Hui avrebbe incaricato altri manager di “gonfiare falsamente” i risultati annuali di Hengda per il 2019 e il 2020.
La crisi di Evergrande
La crisi di Evergrande ha avuto inizio nel 2021, quando venne fuori che la seconda società immobiliare della Cina aveva accumulato oltre 300 miliardi di dollari di debiti. Una notizia che innescò un crollo senza fine. La scorsa estate il gruppo aveva annunciato progressi importanti nel piano per la ristrutturazione del debito, ma tutto si è fermato a settembre, quando Hui è stato posto sotto indagine. Nel gennaio del 2024, un giudice di Hong Kong ha ordinato la liquidazione di Evergrande.