Evergrande potrebbe essere arrivata al punto di non ritorno. Fitch ha declassato il rating sulla valuta estera a lungo termine del colosso immobiliare cinese, portandolo da C a RD, acronimo di Restricted Default, un livello che indica che un’entità è inadempiente su uno o più impegni finanziari, pur continuando a onorare altri impegni finanziari.
La decisione arriva in seguito al mancato pagamento dei coupon offshore per 82,5 milioni di dollari (73,1 milioni di euro) scaduti il 6 novembre 2021. Evergrande ha avuto un altro mese di tempo, fino al 6 dicembre, per versare quanto dovuto entro il periodo di tolleranza, ma anche questo secondo termine non è stato rispettato.
Il downgrade di Fitch, la più piccola delle “tre sorelle del rating”, certifica ufficialmente il primo default di Evergrande dopo che per settimane la società cinese era riuscita a salvarsi, pagando i propri debiti in scadenza all’ultimo minuto utile.
Oltre a declassare la società madre, Fitch ha deciso di tagliare il rating di due delle sue controllate, Hengda Real Estate e Tianji Holding Limited, entrambe coinvolte nell’emissione delle obbligazioni non rimborsate, la prima da 645 milioni di dollari, con cedola al 13%, e la seconda da 590 milioni, con cedola al 13,75%. L’agenzia di rating ha inoltre posto a RR6 – un livello prossimo allo zero – il livello di possibile recupero dei debiti maturati.
Il declassamento di Fitch rappresenta una doccia fredda per i creditori che poche ore prima erano stati rassicurati dalla banca popolare cinese. Durante un seminario online, il Governatore Yi Gang aveva infatti affermato che i problemi di Evergrande rappresentano “un evento di mercato e i diritti e gli interessi dei creditori e degli azionisti saranno pienamente rispettati nell’ordine del loro risarcimento legale”. Parole che avevano fatto impennare il titolo che ha chiuso la seduta sulla Borsa di Hong Kong con un rialzo del 4,05%.
Ricordiamo che venerdì scorso Evergrande ha annunciato l’intenzione di “lavorare attivamente” coi creditori offshore su un piano di ristrutturazione, aggiungendo però che “non vi è alcuna garanzia che il gruppo disporrà di fondi sufficienti per continuare ad adempiere ai propri obblighi finanziari”. Due giorni fa è stato istituito un comitato di gestione del rischio, all’interno del quale siedono anche funzionari della provincia di GuangDong, manager delle imprese statali e di China Cinda Asset Management Co. A loro il compito di “mitigare ed eliminare i rischi futuri” del gruppo. Da considerare infine che, nel caso in cui il piano di ristrutturazione dovesse realmente prendere vita, i diritti dei creditori internazionali saranno soddisfatti per ultimi.