Produzione industriale in calo in Europa: a ottobre si è registrata infatti una contrazione dello 0,1% nell’Eurozona (Europa a 17) rispetto a settembre, mentre si è avuto un -0,2% in tutta l’Unione a 27 stati. Lo rileva l’Eurostat, nel consueto monitoraggio sull’andamento del comparto. Nonostante i dati con segno meno, la situazione sembra tuttavia meno preoccupante di quanto si potesse immaginare: l’istituto di statistica europeo rileva infatti che rispetto a un anno fa (ottobre 2010) la produzione industriale fa comunque segnare un +1,3% in entrambe le aree (Eurozona e Ue).
Più nello specifico, a ottobre le flessioni più marcate si sono registrate nel comparto energetico (-0,9% rispetto per i paesi dell’Euro e -0,6% in Ue) e nel settore dei beni intermedi (-0,8% in entrambe le aree considerate). Giù anche la produzione dei beni di consumo durevole (-0,4% nell’Europa a 17 e -0,5% nell’Europa a 27). Aumenta invece la produzione dei beni non durevoli (+0,6% in Eurolandia e +0,3% in Ue) e i beni capitali (+1,2% e +0,9%). Diversi i paesi in controtendenza rispetto all’andamento di Eurozona e Unione europea.
La produzione industriale a ottobre è infatti cresciuta sensibilmente in Irlanda ed Estonia (rispettivamente + 6,6% e +2,9% rispetto a settembre), e ha fatto registrare accelerazioni prossime al punto percentuale in Slovacchia e Malta (+0,9%), Germania (+0,8%) e Portogallo (+0,7%). A ottobre ferma la Francia (variazione pari a 0 rispetto al mese precedente), forte frenata per Grecia (-4,4%), Lituania (-3,7) e Slovenia (-2,3%).
Preoccupano inoltre le stime del Lussemburgo: per questo paese, infatti i dati ancora non sono ufficiali, ma ci si attende un -3,6%, sottolinea l’Eurostat. Ben oltre le medie europee – con cali di produzione industriale non marginali – Spagna (-1,1%), Italia e Lettonia (-0,9% in entrambi i paesi) e Gran Bretagna (-0,7%).