A maggio l’indice Pmi composito dell’Eurozona si è attestato a 46 punti, contro i 46,7 punti del mese precedente. Questa la stima definitiva elaborata da Markit. Si tratta della contrazione più netta nel manifatturiero e nel terziario dal giungo 2009. Il dato relativo esclusivamente al settore dei servizi, invece, è stato pari a 46,7 punti, superiore al consenso (46,5 punti), ma inferiore alla rilevazione di aprile (46,9 punti).
Quanto all’Italia, il mese scorso l’attività nel settore terziario ha segnato la dodicesima contrazione mensile consecutiva e la fiducia sulle prospettive per il prossimo anno è calata ulteriormente, riavvicinandosi al minimo degli ultimi tre anni toccato a dicembre.
L’indice Pmi relativo al nostro Paese si è attestato a 42,8 punti, in lieve recupero dal 42,3 segnato ad aprile, quando era scivolato al minimo dal giugno 2009.
Il dato rimane così molto al di sotto della fatidica “soglia 50”, che marca il confine fra contrazione e crescita.
“Questo risultato conferma come il quadro recessivo sia proseguito nel secondo trimestre -, ha commentato Phil Smith, economista di Markit e autore del report – I tassi di diminuzione delle attività e dei nuovi ordini nel settore terziario si sono avvicinati ai più forti registrati nell’attuale crisi economica, mentre le previsioni circa le attività nei prossimi 12 mesi sono risultate quasi ai minimi storici dell’indagine”.
Anche in Germania la produzione è scesa, ed è la prima volta dallo scorso novembre. Anche se il calo è stato modesto, il ritmo di della discesa è stato il più rapido in quasi tre anni. La contrazione si fa sentire ancora di più in Francia e in Spagna.
