L’indice Pmi composito relativo alla zona euro a febbraio è sceso a 47,9 punti, dai 48,6 di gennaio. Il dato rimane sotto la soglia dei 50 punti – che marca il confine fra espansione e contrazione – ma è leggermente migliore della stima flash, che prevedeva un calo più accentuato, a 47,3. I dati sono stati diffusi dalla società di ricerche Markit Economics.
Per l’Italia, l’indice Pmi servizi è sceso a febbraio a 43,6 punti, dai 43,9 di gennaio, toccando i minimi da sette mesi. Il dato si attesta al di sotto dei 50 punti dal giugno 2011. Pur rimanendo elevati, rileva Markit, rallentano i tagli occupazionali rispetto al record di gennaio, mentre le tariffe diminuiscono a tassi più veloci rispetto allo scorso novembre.
Secondo Chris Williamson, Chief Economist presso Markit, “il calo del Pmi dell’Eurozona rispetto a gennaio è stato deludente, ma nell’area della moneta unica si prevede una diminuzione molto più bassa del Pil nel primo trimestre rispetto al calo dello 0,6% registrato nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Il Pmi per ora rimane in linea con il calo dello 0.2% del Pil”.