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Eurozona: cala più del previsto l’indice Pmi, ma rallenta la contrazione dell’Italia

Continua, e anzi si aggrava, la crisi nell’Eurozona, che all’inizio del quarto trimestre vede la discesa della produzione delle imprese delle maggiori economie. A segnalarlo è il centro Markit Economics che vede il suo Pmi (Purchasing managers index) in calo a 45,7 punti dai 46,1 di settembre, registrando un valore leggermente inferiore ai 45,8 punti della stima preliminare. Il dato è, quindi, ampiamente al di sotto della soglia fatidica dei 50 punti, linea di demarcazione tra crescita e contrazione dell’attività.

Pesa, nel computo, soprattutto il calo, l’ottavo consecutivo, del manifatturiero che paga una consistente riduzione negli ordini. L’indice relativo, pubblicato la scorsa settimana, è passato dai 46,1 punti di settembre agli attuali 45,4. Un calo che coinvolge tutti i paesi dell’Eurozona, fatta eccezione per l’Irlanda. Più lieve la flessione dei servizi, a 46 punti da 46,1.

Per quanto riguarda l’Italia migliora la situazione dei servizi, che però partiva da un dato ampiamente più basso della media europea. L‘indice sul terziario è passato dai 44,5 punti di settembre a 46, il valore meno debole da 14 mesi a questa parte. Rallenta, dopo i livelli record di settembre, la contrazione di ordini e occupazione.

Phil Smith, economista di Markit, prevede che “la recessione in Italia continuerà durante il quarto trimestre, ma – aggiunge – l’indice principale si sta chiaramente muovendo verso la direzione più giusta, nonostante le difficoltà”. Sempre secondo Markit, al calo dell’indice Pmi corrisponderebbe un calo del Pil dell’area euro pari allo 0,5%, tra il secondo e il terzo trimestre.

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