La Bce ha rivisto al ribasso le stime sul Pil dell’eurozona. Nell’ultimo bollettino mensile, l’istituto centrale prevede variazioni comprese fra il -0,5% e il +0,3% per il 2012 e fra il +0% e il +2,2% per il 2013. Le precedenti stime degli esperti di Francoforte, diffuse a dicembre, parlavano di una variazione del Pil tra il -0,5% e il +1% nel 2012 e tra il +0,3% e il +2,3% nel 2013.
Il taglio “riflette in prevalenza l’impatto della più debole domanda estera dei più elevati prezzi del petrolio – si legge nel bollettino -, delle ulteriori misure di risanamento delle finanze pubbliche e delle condizioni di offerta del credito lievemente più restrittive”.
DISOCCUPAZIONE TOP DA 15 ANNI
Al 10,7%, la disoccupazione dell’area euro è aumentata ai massimi da 15 anni a questa parte e rischia di “peggiorare ulteriormente nei trimestri a venire”. La Bce rileva come “le condizioni del mercato del lavoro si siano indebolite sulla scia del calo della crescita economica. L’occupazione ha cominciato a ridursi, mentre il tasso di disoccupazione sta aumentando a livelli già elevati”. Peraltro “le indagini non evidenziano per il prossimo futuro alcun miglioramento della situazione del mercato del lavoro: gli indicatori si sono deteriorati”.
Il tasso di disoccupazione in Eurolandia rimane “persistemente elevato. Fra dicembre 2011 e gennaio 2012 è passato dal 10,6 al 10,7%, superando l’ultimo massimo registrato nel secondo trimestre del 2010. Di fatto, un livello di disoccupazione come quello attuale non si registrava più dalla metà del 1997. Considerata la crescita sottotono dell’occupazione – aggiunge la Bce – il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere elevato, se non addirittura aumentare nel breve periodo”.
PRESTITI HANNO RIDOTTO RISCHIO CONTAGIO, BENE ITALIA SU SPREAD
I maxi prestiti a tre anni erogati dalla Bce alle banche a dicembre e fine febbraio sembrano aver scongiurato i rischi di un “disordinato ridimensionamento” delle attività delle banche stesse – sottolinea ancora la Bce – e potrebbero aver contribuito ad allontanare i rischi di contagio della crisi sui debiti pubblici, risollevando al tempo stesso il clima di fiducia. Tra i paesi dell’area euro, l’Italia ha riportato il maggiore restringimento dello spread: 166 punti base in meno tra fine novembre e i primi di marzo e “nonostante il suo declassamento da parte delle tre principali agenzie di rating”.
ITALIA: FIDUCIA CONSUMATORI AI MINIMI DAL 2008
Mentre nell’area euro in generale il clima di fiducia delle famiglie è risalito negli ultimi mesi, in Italia è tornato a indebolirsi tanto da ricadere ai minimi toccati durante la recesisone economica del 2008-2009. “Il recente miglioramento del clima di fiducia dei consumatori nel complesso dell’area dell’euro cela andamenti divergenti fra i singoli paesi”, afferma l’istituzione di Francoforte.
“Analizzando l`evoluzione dall`ultimo minimo”, che risale al marzo 2009 “si osserva un rafforzamento significativo della fiducia dei consumatori in Germania e Spagna”. In Francia invece il recupero è stato contenuto, mentre in Italia – rileva la Bce – dopo un`iniziale ripresa, la fiducia si è gradualmente indebolita per riportarsi su livelli analoghi a quelli osservati durante la recessione del 2008-2009″.
DEPOSITI OVERNIGHT IN CALO
Tornano a scendere – e in maniera netta – i fondi depositati a fine giornata dalle banche in Bce: 686,426 miliardi di euro ieri sera, dagli 815,986 miliardi della seduta precedente. All’inizio della settimana scorsa i depositi erano saliti al massimo storico di 827,534 miliardi.