Potrebbe definirsi a breve il programma di intervento a sostegno di Eurovita.
Ieri si è tenuto l’ennesimo incontro tra le banche collocatrici più coinvolte nella distribuzione dei prodotti della compagnia finita in amministrazione straordinaria e un accordo lo hanno raggiunto. Ora la palla passa in campo assicurativo. A questo punto big delle polizze dovranno trovare il compromesso finale il prima possibile, entro la prossima settimana, in modo che ogni banca possa poi sottoporre l’ipotesi di accordo ai propri Cda. Nel documento stilato ieri le banche, secondo alcune fonti, hanno chiesto alcune “piccole condizioni correttive”, una sorta di fine tuning, per trovare un ribilanciamento degli oneri e per rendere più equilibrata, dal loro punto di vista, l’operazione.
Salgono a 15 le banche che partecipano all’accordo
Come è noto, il salvataggio di sistema prevede la divisione in cinque di Eurovita, con la cessione di analoghi rami di azienda ai big di mercato (Generali, Poste Vita, Intesa Sanpaolo Vita, Unipol e Allianz) con i collocatori che dovrebbero farsi carico di eventuali riscatti dei clienti.
Riscatti che al momento sono stati bloccati dall’Ivass al 30 giugno, ma che se non si raggiunge in tempo un accordo tra le parti potrà essere spostato di un mese o forse due.
Intanto sono salite a 15 le banche collocatrici (le più esposte), con un peso di oltre il 90% circa sul monte polizze, che hanno firmato l’accordo ieri, giovedì 25 maggio. Ad affiancare i cinque gruppi più coinvolti (Intesa, Fineco, Fideuram, Credem e Sparkasse), si sono unite realtà come la Cassa di risparmio di Volterra, la Banca Popolare Puglia e Basilicata, il Gruppo Iccrea e Cassa Centrale, a cui fanno riferimento molte Bcc e casse di risparmio coinvolte, ma anche Banca Profilo e Banca Consulia solo per citare alcuni nomi.
L’azione delle banche si basa su un anticipo della liquidità necessaria a rimborsare agli assicurati il valore di riscatto delle polizze (che sarebbe a opera della compagnia subentrante) e ricevendo in cambio i titoli sottostanti al contratto assicurativo (che spesso sono minusvalenti).
Tempi duri per il ramo Vita
La crisi di Eurovita non cade nel momento più propizio per il settore delle polizze vita che soffrono la concorrenza di altri prodotti a più alto rendimento (in particolare di Btp, BoT e dei conti di deposito). Secondo i dati diffusi da Ania, le polizze Vita hanno chiuso i primi tre mesi del 2023 con una raccolta netta negativa per 4,8 miliardi, in calo di oltre 10 miliardi di euro rispetto al primo trimestre 2022. In particolare, nel primo trimestre dell’anno le compagnie hanno registrato entrate (premi incassati) pari a 25, 2 miliardi che però non hanno compensato le uscite (pagamenti per riscatti, scadenze rendite e sinistri) pari a 30 miliardi.