Mercato del lavoro immobile in Europa: il tasso di disoccupazione nell’ultimo anno è rimasto infatti invariato, e anzi nell’ultimo mese è anche tornato a crescere dello 0,1%. Lo rileva l’Eurostat nell’aggiornamento sull’andamento del lavoro nell’Unione europea e nell’Eurozona. I dati parlano chiaro: a settembre il tasso di disoccupazione dell’Europa a 27 ha toccato 9,7. Ad agosto la soglia era del 9,6%, la stessa di settembre 2010.
Analoga la situazione nell’Europa a 17: a settembre il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10,2%. Ad agosto era del 10,1%, come a settembre 2010. A livello europeo gravano le situazioni di paesi quali Spagna (disoccupazione record al 22,6%), Grecia (a luglio i senza lavoro sono il 17,6%, i dati di settembre non sono disponibili) e Lettonia (a luglio i senza lavoro sono il 16,1%). Da sottolineare come nello stesso periodo di riferimento gli Stati Uniti registrino un tasso di disoccupazione minore rispetto a Ue ed Eurozona: 9,1%.
Sul fronte italiano la situazione non è diversa: la disoccupazione, infatti, è cresciuta ancora arrivando all’8,3%, comunque sotto le medie europee. I dati per il nostro paese indicano un aumento dei senza lavoro dello 0,3% in un mese, dall’8% di agosto all’8,3% di settembre. Valori sostanzialmente stabili a quelli di un anno fa (i disoccupati erano l’8,1% a settembre 2010), che dimostrano anche in questo caso l’immobilità del mercato del lavoro e le difficoltà del nostro paese a creare occupazione.
A essere penalizzati i giovani (la fascia under 25): 3 ragazzi su 10 non lavorano (a settembre il tasso di disoccupazione ha toccato quota 29,3%, il più alto da settembre 2010), e in un solo mese – da agosto a settembre 2011 – l’indice di senza lavoro è aumentato dell’1,3% (da 28% a 29,3%). Di più: in un anno la disoccupazione tra gli under 25 è aumentata dell’1,6% (dal 27,7% di settembre 2010 al 29,3% di settembre 2010). In aumento la disoccupazione anche tra gli uomini (al 7,4%, +0,3% rispetto ad agosto) e tra le donne (9,7%, anche qui +0,3% rispetto ad agosto).
Anche sul fronte dell’inflazione non ci sono buone notizie. L’indice dei prezzi al consumo nell’area euro ha inchiodato al 3% – stesso livello di settembre quando invece aveva registrato un aumentato dello 0,5% rispetto ad agosto. Il livello supera di un punto percentuale il valore obiettivo della Bce al 2%. Questa settimana si riunirà il Consiglio direttivo e la discussione circa i tassi di interesse, fermi all’1,5% da mesi, sarà all’ordine del giorno.