“Così proprio non va, io farei giocare Giovinco e Di Natale dal primo minuto”. Chissà quanti di voi in questi giorni si sono lasciati andare a considerazioni di questo tipo! Questa volta però, il parere arriva da uno che di attaccanti se ne intende, se non altro perché ne ha marcati a centinaia nella sua lunga e soddisfacente carriera. Quando calcava i campi da gioco, Mauro Bellugi non andava tanto per il sottile, altrimenti il 10 giugno 1978, non avrebbe potuto lasciare a bocca asciutta gente come Kempes, Bertoni e Ortiz. Quel giorno l’Italia espugnò il Monumental di Buenos Aires grazie a un gol di Roberto Bettega e all’impeccabile difesa costruita da Enzo Bearzot, nella quale, in mezzo al blocco-Juve, spiccava proprio Bellugi. Anche ora che fa l’opinionista, Maurone non ha perso il vizio di entrare in tackle. Quando gli abbiamo chiesto un parere sulla Nazionale, non si è certo tirato indietro; dimenticate i commenti politically correct che solitamente regalano gli ex calciatori, Bellugi ha le idee chiare e nessuna paura di esprimerle.
“Per prima cosa riporterei De Rossi in mezzo al campo a protezione di Pirlo. Marchisio è bravo, ma non può fare tutto da solo, visto che Thiago Motta non è all’altezza. Intendiamoci, Daniele sta giocando alla grande come difensore centrale, ma la sua assenza a centrocampo è troppo forte. Ai miei tempi mi capitò una cosa simile, con Herrera che mi spostò qualche metro più indietro. Chiesi il perché, e lui mi rispose che là doveva giocare Suarez… Fu una scelta logica, ma qui non mi pare ci siano fenomeni…”.
Proviamo a trasformarci negli avvocati difensori di Prandelli e ricordiamo a Bellugi che tutto è nato dall’infortunio di Barzagli: “E’ stata una brutta tegola, su questo non c’è dubbio. Ma il Ct ha in rosa un certo Ogbonna, io punterei su di lui. Fidatevi, con De Rossi in mezzo al campo le cose sarebbero andate in maniera diversa”.
Daniele nel suo ruolo e poi cos’altro? “Gli esterni non funzionano. Intendiamoci, non ho nulla contro Maggio e Giaccherini, ma finora hanno svolto il compitino, mentre per giocare così servirebbe qualcosa in più. Inoltre non mi ha convinto l’inserimento di Montolivo: troppa poca personalità per un Europeo”.
Fin qui il Bellugi pensiero sulla fase d’interdizione, ma il bello deve ancora arrivare. Quando gli nominiamo Balotelli e Cassano, Mauro sbotta: “Mario ha fatto troppo poco, così proprio non va. E’ molle, aspetta il pallone da fermo, non fa nulla per smarcarsi e decidere il match. Molto meglio Di Natale, che fa i movimenti giusti e segna gol pesanti. Certo, non possiamo sempre sperare che incida in 20’…Cassano invece l’ho visto meglio, perlomeno si è dato da fare. Ma io punterei su Giovinco, che se azzecca la giornata giusta diventa imprendibile. Quei due dovrebbero avere più spazio”.
Le critiche tattiche sono tante, ma Bellugi non se la sente di prendersela con Prandelli. “Ma no, lui ha fatto un buon lavoro in un momento molto difficile. Non dimentichiamoci di quello che è successo a Coverciano, con il caso scommesse e tutto il resto. E poi ci sono stati gli infortuni, su tutti quello di Barzagli. Il gruppo è rimasto compatto e questo è un grande merito del CT”.
Mauro è in vena e proviamo a stuzzicarlo un po’, domandandogli se, al posto di Prandelli, non si sarebbe portato dietro un campione della vecchia guardia. “Forse avrei convocato Totti, un grandissimo giocatore, capace di svolgere più ruoli. Del Piero invece no, quest’anno ha giocato pochissimo, non sarebbe stato giusto. Il problema però è che con giocatori del genere ti esponi all’opinione pubblica: alla prima difficoltà tutti li vogliono in campo. Gestire una pressione del genere non è facile”.
Il disegno è a tinte fosche, ma è bene ricordare che non tutto è perduto. “Io però non sono molto ottimista, anche se l’Irlanda dovremmo riuscire a batterla…”. Allora anche lei teme il “biscotto” tra Spagna e Croazia? “No, non per quello. Anzi, sono convinto che le furie rosse vinceranno, sono troppo forti per mettere a punto un pareggio studiato”.
E allora perché questo pessimismo? “Ho paura che contro l’Irlanda la tensione ci blocchi, non è facile giocare partite così importanti, oltretutto con l’orecchio teso su un altro campo. Certo, se la Spagna andasse subito in vantaggio tutto diventerebbe più semplice…”.