Un’Italia da sogno. Che va agli ottavi con un turno d’anticipo, anche se non da prima (“colpa” del Galles, vittorioso sulla Turchia), ma soprattutto regala un’altra serata di grande calcio, fatta di gol, spettacolo e tanto, tantissimo, cuore. Se prima di ieri l’entusiasmo era già alto ora è addirittura alle stelle, grazie a una prestazione perfino migliore di quella di venerdì: con i turchi c’era voluta un’autorete per rompere un pericoloso equilibrio, con gli svizzeri invece è stato uno show dall’inizio alla fine, tanto che nemmeno il gol annullato a Chiellini, e il suo successivo infortunio, sono riusciti a scalfirlo.
Gli azzurri, insomma, incantano quasi fossero il Brasile o la Spagna dei tempi migliori e questo, alla luce del recente passato (ma anche delle nostre abitudini difensiviste), ci dà un’enorme soddisfazione, anche se un po’ destabilizzante. Merito di tutti, Mancini in testa: la sua cura, dopo la devastante esperienza Ventura, ha portato dei frutti addirittura insperati, come dimostrano i numeri, per una volta assolutamente veritieri. I 29 risultati utili consecutivi parlano chiaro, così come le ultime 10 partite, nelle quali l’Italia ha segnato 31 gol senza subirne nemmeno uno.
“È stata una gara durissima, la Svizzera è una squadra forte – il commento del tecnico azzurro – Avremmo potuto fare gol prima, abbiamo sofferto quando c’era da soffrire, ma alla fine è una vittoria strameritata. Dedico questa vittoria a tutti gli italiani e a tutti quelli che soffrono in questo momento, il resto lo vedremo. Francia favorita? Ci sono nazionali che nel lavoro di crescita sono più avanti di noi, ma nel calcio tutto può succedere. Questa Italia può crescere, lo ripeto: ci sono tanti giocatori giovani, i margini sono grandi”.
Parole che sembrano fatte apposta per Manuel Locatelli, man of the match di una notte che, c’è da scommetterci, non dimenticherà mai. Il centrocampista del Sassuolo, in odore di Juve, ha regalato numeri d’altissima scuola, a cominciare dallo splendido gol dell’1-0, arrivato poco dopo l’annullamento di quello Chiellini, cancellato per un evidente tocco col braccio. Il capitano, oltre alla beffa appena raccontata, s’è poi dovuto arrendere all’ennesimo problema muscolare della sua stagione (domani dopo gli esami se ne saprà di più), ma questo non ha scalfito la sicurezza dell’Italia, che ha continuato a dominare una Svizzera addirittura inerme.
Lì è salito in cattedra Locatelli, capace di finalizzare un’azione creata da lui stesso: apertura con un assist al volo da urlo per Berardi, inserimento senza palla e tap-in vincente su assist del compagno di squadra (sia nel club che nella Nazionale) a far esplodere i 16mila dell’Olimpico (26’). Tutto qui? Nemmeno per sogno. Locatelli, 23 anni compiuti a gennaio, s’è ripetuto a inizio ripresa con un sinistro nell’angolino basso che ha lasciato di sasso Sommer (52’) e, contestualmente, mandato in orbita gli azzurri, a quel punto di fatto qualificati agli ottavi di finale.
“Me la voglio godere tutta, sono orgoglioso e questo gruppo è fantastico – ha esclamato felice il centrocampista neroverde – Il primo gol? Un pizzico di follia, di solito non accompagno mai così l’azione, è stato bellissimo con l’assist del mio amico Berardi. Sono felice di essere qui, ho lavorato tanto”.
La reazione della Svizzera è stata tutta in due tiri di Zummer parati da Donnarumma, a fronte di un’Italia straripante, che ha creato numerose occasioni per il 3-0. Che non è arrivato con Berardi (65’, sinistro alto di poco) e, per due volte, con Immobile (73’ e 75’, due ottime occasioni sprecate), fino a quando lo stesso Ciro, sostenuto dal suo Olimpico, ha trovato il tiro giusto (con la complicità di Sommer) per arrotondare il risultato e certificare il trionfo azzurro.
“Ci tenevo a nome mio e di tutta la squadra dedicare la vittoria e il gol a Daniel e David, due angeli che non sono più con noi – le parole toccanti di Ciro, in riferimento alle vittime di Ardea – È doveroso mandare un abbraccio ovunque essi siano, avremmo voluto partecipare anche al funerale ma per questione di ‘bolla’ non abbiamo potuto”. Belle parole, a testimonianza che questo gruppo, forse, non avrà stelle internazionali di primissima fascia, ma sicuramente un cuore grande così. Per ora basta e avanza, coadiuvato dall’ottimo lavoro di Mancini e da alcuni exploit difficilmente pronosticabili. Siamo sicuri, per esempio, che Verratti, giocatore con 67 presenze in Champions League, possa togliere il posto a questo Locatelli? Domanda lecita, a cui Mancini, evidentemente, risponderà sul campo. Il diritto di decidere senza essere contestato, del resto, se l’è ampiamente guadagnato.