l grande giorno è arrivato. L’Italia si appresta a vivere una domenica di sport storica, con Londra epicentro di tutto: tra Wimbledon, sede della finalissima tra Novak Djokovic e il nostro Matteo Berrettini (primo azzurro a riuscirci in 134 anni di storia!) e Wembley, dove andrà in scena Italia-Inghilterra, ci sono solo 14 miglia, eppure possono fare la differenza tra una giornata importante e una assolutamente indimenticabile.
Al di là dell’orgoglio per essere arrivati sin qui è chiaro che ora contano i risultati, soprattutto nel calcio: se per vincere nel tennis, infatti, servirebbe un’impresa clamorosa (Djokovic resta sempre il numero uno del mondo), così non è per gli azzurri, che partono sfavoriti solo per questioni ambientali. Dal punto di vista tecnico però la squadra di Mancini se la può giocare alla grande con quella di Southgate, come ammesso dallo stesso CT nella conferenza stampa di ieri.
“L’Inghilterra è forte, ha tante armi anche dalla panchina, ma lo siamo anche noi – le sue parole -. Noi però dobbiamo stare tranquilli e concentrati sul nostro gioco, abbiamo ancora un’ultima partita e vogliamo farla bene, anche divertendoci. Non sono agitato, anche se è chiaro che la pressione è molto diversa rispetto all’inizio: questa, del resto, è la finale..”. Per Roberto, vero deus ex machina di questa Nazionale, è indubbiamente il punto più alto di una carriera vissuta comunque a livelli importantissimi, senza però riuscire mai a toccare certe vette internazionali.
Il momento può essere finalmente arrivato, tanto più che da giocatore, anche per colpe sue, il matrimonio con la maglia azzurra non è mai decollato davvero. “Ho giocato in un’Under 21 straordinaria e in una Nazionale A fantastica, ma non siamo riusciti a vincere né nell’1988 né nel mondiale casalingo del 1990 – ha confermato il tecnico di Jesi -. Spero di potermi prendere quelle soddisfazioni che non ho avuto da calciatore, nonostante sia stato in squadre fortissime”.
Per i bookmakers l’Inghilterra è favorita, se non altro perché giocherà in un Wembley quasi pieno (75% della capienza) e, inevitabilmente, colorato con la croce di San Giorgio, ma fuori dalla “perfida Albione” sono in tanti a fare il tifo per gli azzurri, a cominciare dagli scozzesi di The National, che ieri hanno piazzato in prima pagina Mancini travestito da Braveheart indicandolo come “Final Hope” (ultima speranza) contro la vittoria degli odiati cugini. Insomma, il clima è bollente e stasera lo sarà ancora di più in campo, dove andranno in scena duelli assolutamente imperdibili. Su tutti, per ovvi motivi, quello tra Giorgio Chiellini e Harry Kane, ritenuto da molti addetti ai lavori come decisivo ai fini della sfida. “Mi è sempre piaciuto, sono un suo grande fan e può confermarvelo anche Paratici – ha spiegato il capitano azzurro -. L’Inghilterra è temibile, sa far male, serviranno cuore caldo e testa fredda, in alcuni momenti bisognerà osare, in altri essere lucidi: in momenti come questi le emozioni sono tantissime, ci manca ancora l’ultimo centimetro da raggiungere tutti insieme”.
Per una volta non ci sono dubbi di formazione, nel senso che Mancini ce l’ha già in testa da martedì sera dopo il successo sulla Spagna. L’undici per la finalissima sarà lo stesso, dunque 4-3-3 con Donnarumma in porta, Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini ed Emerson Palmieri in difesa, Verratti, Jorginho e Barella a centrocampo, Chiesa, Immobile e Insigne in attacco.
Se addosso all’Italia c’è tanta pressione, figuriamoci sull’Inghilterra, alla prima finale di un torneo importante dopo quella del 1966, peraltro l’unica raggiunta. A Londra serpeggia un entusiasmo incredibile, nel segno di quel “Football’s coming home” (il calcio sta tornando a casa) che ha accompagnato i Leoni per tutto l’Europeo: perfino la Regina Elisabetta ha soffiato sul fuoco pubblicando sul profilo Instagram della Royal Family una foto che la ritrae con Bobby Moore e la Coppa del Mondo del 66, augurando ai suoi di poter ripetere il successo. “
Siamo in finale e siamo qui per vincere – ha confermato Southgate senza giri di parole -. Vogliamo tornare a casa con la coppa tra le mani. Siamo pronti, tatticamente preparati, i ragazzi sono abituati a giocare partite di questo genere, vogliamo fare qualcosa di importante, di unico. Questo è il nostro momento, quel che è successo in passato non è importante, conta solo il presente”. “Chiellini e Bonucci sono due grandi difensori, due guerrieri – gli ha fatto eco Kane -. Metteranno in campo tutto per vincere, proprio come faremo noi: dovessimo vincere verremmo ricordati per tutta la vita”.
Il CT inglese dovrà fare a meno di Foden, infortunatosi prima della rifinitura, per il resto tutti e abili e arruolati per un 4-2-3-1 che vedrà Pickford tra i pali, Walker, Stones, Maguire e Shaw nel reparto arretrato, Philips e Rice in mediana, Saka, Mount e Sterling alle spalle dell’unica punta Kane. Arbitro della sfida sarà l’olandese Kuipers, il cui ruolo è al centro dell’attenzione dopo l’episodio di mercoledì, che ha visto l’Inghilterra battere la Danimarca grazie a un rigore quantomeno generoso fischiato dal connazionale Makkelie. Polemiche che, speriamo, possano rimanere sulla carta, perché questa sera l’arbitro dovrà essere solo uno splendido figurante.