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Europei, Italia in festa: in semifinale c’è la Spagna

Profilo Twitter Chiellini

L’impresa è compiuta! L’Italia elimina anche il Belgio e prosegue la corsa verso il sogno Europeo, a questo punto tutt’altro che irraggiungibile. Martedì 6 luglio ci toccherà la Spagna, ieri vittoriosa ai rigori con la Svizzera, per il penultimo atto di un torneo che ci ha visto grandi protagonisti, comunque vada a finire. La final four di Wembley era l’obiettivo minimo indicato da Gravina ed è stato raggiunto, peraltro con grande merito: battere i belgi numeri uno del ranking Fifa, infatti, era tutt’altro che scontato. Ma questa Italia, a differenza degli avversari, è una vera squadra, non un agglomerato di campioni, ed è così che sta facendo strada, senza affidarsi a nessuno in particolare, bensì affidandosi a un collettivo che regala protagonisti diversi di volta in volta. Contro l’Austria era toccato a Chiesa e Pessina, ieri invece sono saliti in cattedra Barella e Insigne, senza nulla togliere a tutti gli altri, protagonisti di una partita mostruosa, quantomeno a livello collettivo.

La paura più grande al cospetto del Belgio era l’aspetto fisico e quello, almeno all’inizio, sembrava effettivamente sbilanciato a suo favore: poi però, come spesso capita durante le partite, a fare la differenza sono state le giocate, sia in fase offensiva che difensiva. Unica nota negativa della serata è l’infortunio di Spinazzola, uscito nel finale per la rottura del tendine d’Achille: una brutta tegola, per lui (ci vorrà qualche mese prima di rivederlo in campo) e per l’Italia, che dovrà rinunciare al suo esterno migliore. Per il resto però si può far festa, perché la sfida con la Spagna, a questo punto del torneo, non può e non deve farci paura. “Abbiamo meritato di vincere, siamo stati straordinari nel gioco – il commento di Mancini -. Abbiamo sofferto solo un po’ negli ultimi 10 minuti perché eravamo davvero stanchi. Noi non avevamo un risultato minimo a questi Europei, eravamo partiti per fare il massimo e comunque la strada è ancora lunga: mancano due partite, vedremo cosa accadrà. Ora godiamoci la vittoria, complimenti ai ragazzi che sono stati davvero bravi, bisognerà recuperare le energie per la Spagna, ma stiamo facendo molto bene”.

Impossibile dare torto al CT azzurro, autore, assieme alla squadra, di un percorso sostanzialmente perfetto, nel quale si sono visti gioco, attaccamento alla maglia e capacità di soffrire. Ieri, contro il temibile Belgio di Lukaku e De Bruyne, è andata in scena una sintesi perfetta di tutto ciò. La squadra di Martinez è partita forte, ma dopo pochi minuti si è capito che l’Italia era ben presente in campo, decisa a fare il suo gioco per tentare l’impresa di qualificarsi. Al 13’ Chiellini, rientrato dopo due partite e mezzo ai box, ha sbloccato il match ma il suo gol è stato annullato per un evidente fuorigioco. Poco importa, perché l’episodio ha scrollato di dosso la tensione dalle spalle azzurre, per quanto pochi minuti dopo sia stata decisiva una parata di Donnarumma, bravissimo nel respingere un gran tiro di De Bruyne. Al 31’ però ecco il gol di Barella, splendido nel battere Courtois con uno splendido destro incrociato dopo un grande recupero di Verratti. L’1-0 ha avuto un effetto dirompente sui nostri, a quel punto letteralmente padroni del campo: e così, al minuto 44, ecco il meraviglioso destro a giro di Insigne, specialità della casa, a far impazzire Mancini e con lui 60 milioni di italiani.

A rovinare la festa ci ha però pensato l’arbitro sloveno Vincic, che a un soffio dall’intervallo ha concesso un rigore generosissimo al Belgio, per un tocco assolutamente veniale di Di Lorenzo su Doku: a nulla sono valse le proteste degli azzurri, con Lukaku che ha ringraziato e segnato il 2-1 (45+2’). Nella ripresa, per ovvi motivi, sono stati soprattutto i Diavoli Rossi ad attaccare, nel tentativo di raddrizzare il match e portarlo quantomeno ai supplementari, ma l’Italia, pur senza rinunciare a qualche ripartenza insidiosa (lì è mancato soprattutto Immobile, uno dei pochi incapaci di incidere), ha saputo soffrire, ringraziando un grande Chiellini (dominatore dell’area) e, soprattutto, un immenso Spinazzola, bravissimo nel salvare un gol fatto del solito Lukaku a porta praticamente vuota, prima di lasciare il campo per l’infortunio sopraccitato. Una brutta perdita, non c’è dubbio, perché l’esterno della Roma stava facendo un Europeo straordinario, tanto da meritarsi in più occasioni la palma del migliore in campo anche senza segnare.

Un grattacapo mica da ridere per Mancini, che però ha dimostrato di aver plasmato un ottimo gruppo, capace di rendere al massimo indipendentemente dai singoli. L’esultanza al fischio finale di Vincic (bocciato: se dai rigore al Belgio allora quello di De Bruyne su Jorginho cos’era?!) sintetizza al meglio quella dell’Italia intera, riversatasi nelle piazze proprio come nelle “notti magiche” del 1982 e del 2006. È ancora presto per dire se questa Nazionale potrà raggiungere i traguardi di Bearzot e Lippi, ma intanto ha ritrovato l’amore e la stima del suo popolo: e questa, alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni, è già una straordinaria vittoria.

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