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Europei, il pronostico di ABN-Amro: per il futuro dell’eurozona è meglio che li vinca la Francia

E’ un dato di fatto: le ultime quattro grandi competizioni calcistiche internazionali sono state vinte da Paesi in crisi economica. La Grecia gli Europei del 2004, l’Italia i Mondiali 2006 e la Spagna la doppietta 2008-2010. Il “Sud dell’Europa” ha così trionfato, alla faccia di spread, rating e disoccupazione: sarà così anche nell’edizione di quest’anno in Polonia e Ucraina?

Se l’è chiesto la banca olandese ABN-Amro, che ha pubblicato uno studio dal titolo “Soccernomics 2012” che ricalca quelli fatti più volte in passato sull’ennesimo, forse vano, tentativo di dimostrare un nesso tra calcio ed economia. Che con questi venti di crisi, assume un significato ancora più interessante: riusciranno ancora i “poveri” ad emergere? Sembrerebbe di sì, visto che la Spagna, che ha appena chiesto aiuti a Bruxelles per salvare le proprie banche dal disastro finanziario, è data ancora favorita dai bookmakers a 3 contro 1. E soprattutto, quale sarebbe il risultato più auspicabile per il futuro dell’Europa?

Secondo ABN-Amro, l’importante è che vinca un Paese dell’eurozona. E possibilmente uno di quelli più forti economicamente, come Germania (effettivamente tra le favorite) o ancora meglio Francia. “Il contagio della crisi si è già propagato fra le nazioni più fragili – spiegano dalla banca olandese -, bisogna evitare che ciò avvenga anche per quelle più virtuose. E tra queste, quella più a rischio è proprio la Francia. Pertanto, noi pronostichiamo che saranno i tedeschi a vincere, ma una vittoria francese sarebbe la cosa migliore per riportare un clima di fiducia nell’eurozona”.

Dunque: Europeo sì, ma euro prima di tutto. Andando però a leggere la ricerca, si nota che appena la metà delle Nazionali partecipanti appartengono a Paesi che utilizzano l’euro: a parte le due citate, Italia, Grecia (per quanto ancora?), Spagna, Olanda, Irlanda e Portogallo. Russia e Ucraina sono fuori dall’Ue, la Croazia ci entrerà nel 2013, la Repubblica Ceca e la Polonia devono ancora decidere se e quando adottare la moneta unica, mentre Danimarca, Svezia e Inghilterra hanno già deciso che non lo faranno.

Ecco, l’Inghilterra. Secondo ABN-Amro è proprio lei la squadra da “gufare”: “Proprio perchè la vittoria di Francia o Germania porterebbe la convinzione che il nocciolo duro dell’unione monetaria è più solido di quello che si crede, all’inverso un successo degli inglesi (o, più improbabilmente, degli scandinavi) farebbe la gioia degli euroscettici”. Lettura abbastanza scontata, verrebbe da dire, anche se l’analisi della banca olandese presenta altri interessanti spunti.

Viene per esempio sottolineato come per la prima volta (edizione del 1976 in Jugoslavia a parte, ma si svolse in sole 4 gare), il torneo viene ospitato da Paesi emergenti, cui l’evento, e in generale il calcio, potrebbe dare ulteriore spinta a due trend di crescita del Pil che si presentano già come i migliori del continente nel 2011: +5,2% l’Ucraina, +4,3% la Polonia, al primo posto fra i Paesi dell’Ue. I due Paesi dell’Est sono inoltre fra i pochi, dal 2010 ad oggi, a non aver visto abbassato il proprio rating da parte di Standard&Poor’s: l’Ucraina ha guadagnato un notch ed è ora B+ (meglio di lei tra le nazioni partecipanti solo la Repubblica Ceca: due punti in più e AA-), mentre la Polonia è rimasta sostanzialmente invariata a A-. Hanno tenuto solo Svezia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Danimarca, mentre la stessa Francia è scesa a AA+, per non parlare del crollo dei cosiddetti P.I.G.S. (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna).

Saranno ancora loro, i “poveri” dell’Europa, a spuntarla? Oppure toccherà alla ricca Germania, che non vince nulla dal 1996? L’importante, per gli olandesi di ABN-Amro, è che non ce la faccia la perfida Albione. Sarebbe l’ennesimo, indigeribile spot contro la bistrattatissima moneta unica.

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