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Europei al via: Italia-Turchia apre le notti magiche con il pubblico

L’Italia di Mancini inaugura stasera all’Olimpico di Roma gli Europei di calcio con la speranza di arrivare alla finale di Wembley – Stadio gremito al 25% – Forfait di Lorenzo Pellegrini per infortunio – Chi sono i favoriti del torneo?

Europei al via: Italia-Turchia apre le notti magiche con il pubblico

Il ritorno delle Notti Magiche. A 31 anni di distanza dall’ultima volta l’Italia si ritrova a giocare un grande torneo sul prato dello stadio Olimpico, seppur in un contesto molto diverso. Tanto per cominciare non si tratta di un Mondiale tutto nostro, bensì del primo Europeo itinerante della storia, diviso tra 11 città. Una di queste è proprio la Capitale azzurra, che ospiterà quattro partite: le tre dell’Italia nel girone e il quarto di finale del 3 luglio. Gli spalti, purtroppo, saranno gremiti solo per il 25% della capienza, ma questa, dopo un anno di stadi chiusi, è una bella notizia, alla luce dei 17 mila tifosi pronti a sospingere i ragazzi di Mancini, anche se si preannuncia pure una bella presenza turca.

“Sarebbe stato meglio avere molte più persone visto come sta evolvendo la situazione Covid – il pensiero del tecnico di Jesi – Lo stadio pieno ci avrebbe dato una spinta in più, ma già questo è un primo passo che ci fa molto piacere. Ora che le cose stanno volgendo al meglio è ora di dare delle soddisfazioni, il nostro obiettivo sarà anzitutto questo: cercheremo di fare del nostro meglio”.

Match delicatissimo questo contro la Turchia, perché la prima partita, in un torneo così breve, può indirizzare un intero cammino, in un senso o nell’altro. Il Gruppo A, inoltre, si preannuncia molto equilibrato, anche se l’Italia, sia per blasone che per valori tecnici, parte sicuramente favorita rispetto a Turchia, Svizzera e Galles. Si parte dalla squadra di Senol Gunes, al 29esimo posto del ranking mondiale (gli azzurri sono settimi) ma ricchi di giocatori importanti e conosciuti, su tutti Calhanoglu, Demiral e i freschi campioni di Francia Yazici e Yilmaz.

“Sono pieni di talento, dobbiamo rispettarli – ha ammonito Mancini – L’esordio poi è sempre difficile, sarà fondamentale essere liberi mentalmente. Troppo entusiasmo attorno a noi? E’ giusto che i tifosi facciano così, per noi può essere importante, a patto però di sapere esattamente cosa fare”.

Il tecnico, che ieri ha dovuto dire addio a Lorenzo Pellegrini (problema al flessore) e sostituirlo con Castrovilli, sa bene di aver generato un clima di grande fiducia, figlio dei 27 risultati utili consecutivi (a meno 3 dal record di Vittorio Pozzo), gli ultimi 8 addirittura senza subire gol, ma è altrettanto consapevole che, da oggi, comincia un altro gioco: un flop all’Europeo, infatti, cancellerebbe in un attimo quanto fatto in precedenza.

Da oggi, insomma, si fa sul serio e Mancini, al netto dell’infortunato Verratti (si tenterà di riaverlo per la Svizzera mercoledì prossimo), schiererà il suo 4-3-3 tipo con Donnarumma in porta, Florenzi, Bonucci, Chiellini e Spinazzola in difesa, Barella, Jorginho e Locatelli a centrocampo, Berardi, Immobile e Insigne in attacco. 4-1-4-1 invece per la Turchia, che risponderà con Cakir tra i pali, Celik, Demiral, Soyuncu e Meras nel reparto arretrato, Yokuslu in mediana, Karaman, Tufan, Yazici e Calhanoglu sulla trequarti, Yilmaz unica punta.

Da domani poi partirà l’Europeo vero e proprio, con una media di tre partite al giorno (ore 15, 18 e 21) e tutte le nostre avversarie in campo. Già, perché l’obiettivo dichiarato di Gravina è la finale di Wembley dell’11 luglio e per arrivarci servirà superare diversi ostacoli, alcuni estremamente agguerriti. La Francia parte con i favori del pronostico, un po’ perché campione del Mondo in carica, molto per via di una rosa fortissima, che può contare su top player del calibro di Mbappé, Benzema, Griezmann, Pogba e Kanté, giusto per citarne alcuni.

Ma i Bleus non sono i soli a far paura: da tenere d’occhio, infatti, ci sono anche il Belgio di Lukaku, Hazard e De Bruyne, l’Inghilterra di Kane, Sterling e Foden, la Spagna di Dani Olmo, Gerard Moreno e Ferran Torres, la Germania di Kroos, Muller e Gnabry, senza dimenticare il Portogallo di Cristiano Ronaldo e l’Olanda di Depay.

Altro da segnalare? Sicuramente la Croazia di Modric (finalista al Mondiale di Russia), l’Ucraina della coppia Shevchenko-Tassotti e la Polonia di Lewandowski, mentre la Svezia, orfana di Ibra, fa un po’ meno paura (almeno sulla carta). Ventiquattro squadre, 51 partite, 11 Paesi ospitanti, tutti a caccia del posto più importante, quello che permetterà, per i prossimi 3 anni, di guardare l’Europa dall’alto in basso.

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