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Europei 2024: l’Italia delude e cede (0-1) a una Spagna straripante. Lunedì lo spareggio con la Croazia

FIRSTonline

Una sconfitta che fa molto male. Per il discorso qualificazione, ora rimandato alla sfida di lunedì contro la Croazia, ma soprattutto per il modo in cui è arrivata, ben più netto del risultato finale. Se c’è una cosa “da salvare” della serata di Gelsenkirchen, infatti, è proprio il punteggio di 1-0, estremamente stretto per la Spagna e molto meno umiliante di quanto non abbia detto il campo, dove le Furie Rosse hanno dominato in lungo e in largo, costringendo gli azzurri a una vera serataccia, ben oltre le previsioni della vigilia.

Spagna – Italia 1-0: decide un autogol di Calafiori, ma gli azzurri sono stati dominati

Il gol decisivo, ironia della sorte, è arrivato solo su autorete, ma questo non inficia in nessun modo il dominio spagnolo, totale per lunghi tratti del match. Spalletti e i suoi escono dalla Veltins-Arena senza alibi di nessun tipo, battuti proprio sull’aspetto del gioco invocato alla vigilia, quando il ct, incautamente, aveva lanciato proclami di sfida. L’idea, confermata dalle scelte di formazione (la stessa dell’esordio con l’Albania), era di affrontare la Spagna a viso aperto, ma la teoria, come spesso succede, ha lasciato spazio alla pratica e quella s’è rivelata decisamente diversa. L’Italia esce da questa sfida con le ossa rotte sotto tutti i punti di vista, a cominciare dalle statistiche: 57% di possesso palla a 43, ma soprattutto 20 tiri a 4, di cui 8 in porta a 1, per non parlare dei 553 passaggi completati a 387. Un dominio totale dal quale si salva solo Donnarumma, migliore in campo degli azzurri per distacco. Il portiere-capitano ha iniziato a esaltarsi già dopo 2’ sul colpo di testa di Pedri, dopodiché s’è ripetuto in numerose occasioni, anche se la Spagna ha spesso peccato di precisione calciando fuori di poco o colpendo la traversa (Nico Williams). La squadra di Spalletti non ci ha capito nulla, sia a livello tattico (sbagliata la formazione iniziale, ancor peggio dopo il passaggio al 4-5-1 della ripresa) che individuale, visto che i nostri non hanno vinto nemmeno un duello. L’idea di giocarsela alla pari assume i contorni dell’utopia, alla luce di un match nel quale non ha funzionato niente: il fatto di aver perso solo su autogol di Calafiori (55’) è una magra consolazione e non cambia la sostanza, con gli azzurri costretti a giocarsi gli ottavi nel dentro o fuori di lunedì con la Croazia.

Spalletti amaro: “La Croazia? Dipende da come ci arriviamo…”

“La Spagna la vorrebbero copiare tutti, è da tempo che fa un calcio di questo livello – ha sospirato Spalletti -. Io devo riuscire a far capire l’importanza di giocare la partita ad armi pari, perché se ti metti lì poi alla lunga… Bisogna ribaltare il concetto di squadra e non lasciare sempre il pallino agli altri, cosa che non mi piace fare, non sono l’uomo adatto per quel tipo di calcio. Mi aspettavo un tentativo di fare qualcosa di più, ma ci ha condizionato il fatto che le gambe andavano di meno. Loro hanno meritato di vincere, al di là del risultato, noi non siamo mai stati dentro la partita e solo nei venti minuti finali abbiamo creato qualcosa per confrontarci con un calcio di questo livello. Per quello che si è visto dovevo cambiare qualcosa, ma non è dipeso solo da quello la sconfitta: quando ho messo giocatori più freschi abbiamo recuperato in intensità e creato situazioni per pareggiare. La Croazia? Dipende come ci arriviamo, se non abbiamo idea di come giocare la palla diventa difficile”.

De La Fuente: “Abbiamo dominato, risultato stretto!”

“Sono orgoglioso di un gruppo meraviglioso ed eccezionale di giocatori che hanno una voglia immensa di migliorare – il pensiero di De La Fuente -. È stata una partita molto difficile contro una grande squadra che abbiamo dominato per tutta la partita, il risultato è stato risicato. Abbiamo avuto molte occasioni, speriamo di continuare a essere all’altezza di ciò che ci si aspetta da noi. Noi poco concreti? Non dobbiamo perderci d’animo, perché le partite vengono decise dai dettagli. Non c’è nessuno migliore di noi e dobbiamo continuare a lavorare con questa convinzione, nel rispetto di tutti i rivali. Abbiamo buone aspettative se continuiamo a fare le cose come le facciamo in questo modo”.

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