Il Tribunale di Venezia ha rinviato alla Corte costituzionale la legge elettorale per le Europee, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato milanese Felice Besostri, ex senatore socialista. Lo ha fatto sapere lo stesso legale, precisando che i dubbi riguardano in particolare la soglia di sbarramento al 4%, che “contrasterebbe con il voto libero sancito dall’articolo 48 della Costituzione”.
Besostri, assieme ai colleghi Aldo Bozzi e Claudio Tani, aveva già firmato il ricorso contro il Porcellum, che ha portato alla bocciatura della legge elettorale da parte della Consulta.
Oltre che a Venezia, erano stati presentati ricorsi contro il meccanismo che regola le elezioni europee in Italia anche a Roma, Napoli, Milano, Cagliari e Trieste. Il Tribunale del capoluogo veneto è stato però il primo ad esprimersi in merito.
“E’ solo un problema di tempi per la decisione, per questo avrei preferito che il quesito fosse sottoposto alla Corte di Giustizia della Ue, mentre l’esito è certo, anche per i precedenti del Tribunale Costituzionale Federale tedesco – ha commentato Besostri –. Le norme costituzionali sul diritto di voto sono uguali nella Costituzione tedesca (articolo 38) e italiana (articolo 48) e la giurisprudenza costituzionale tedesca in materia elettorale è un riferimento anche per la Consulta, che ne ha fatto uso nella sentenza sul Porcellum”.
Il precedente è proprio una sentenza della Corte Costituzionale tedesca, che ha dichiarato incostituzionale lo sbarramento al 3% perché non legato a un principio di governabilità del Paese. “Gli italiani saranno più liberi di votare per le liste di gradimento, senza paura di sprecare il voto”, ha aggiunto Besostri.