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Europa: utili a una svolta? Ecco i 5 segnali da valutare

ANALISI UBS – Dalla fiducia ai prezzi passando per il credito: ecco i fattori da valutare per cercare di capire se la crescita degli utili nell’Eurozona è arrivata finalmente a un punto di svolta.

Europa: utili a una svolta? Ecco i 5 segnali da valutare

In un recente approfondimento sugli utili statunitensi del secondo trimestre scrivevamo che “meno peggio è un buon inizio”. Lo stesso si potrebbe dire degli utili dell’Eurozona. Esaminando gli utili e le elative stime bottom-up, ossia società per società, gli esperti in strategie azionarie del nostro CIO vedono i primi segni di luce alla fine del tunnel, con una certa stabilizzazione a livelli bassi.

È arrivato il momento di dichiarare che la crescita degli utili dell’Eurozona è arrivata al punto di svolta? A nostro avviso, la visibilità è ancora troppo ridotta per una risposta definitiva. La Brexit ha creato incertezza. I prezzi del petrolio oscillano ancora intorno a quota 45. La forza dell’euro ponderato per gli scambi commerciali pesa sulle esportazioni. E gli utili del settore finanziario pagano lo scotto dei tassi negativi.

Per essere sicuri di aver raggiunto il punto di svolta, dobbiamo vedere:

1) Fiducia di consumatori e aziende a livello costantemente forti, rispecchiati da vendite al dettaglio e auto.

2) Slancio dei prezzi del petrolio e moderazione dell’apprezzamento dell’euro ponderato per gli scambi commerciali, che aiuterebbe il settore energetico e i settori orientati alle esportazioni.

3) Fiducia in un ritorno alla crescita del fatturato in tutti i settori, perché la possibilità di ulteriori tagli dei costi da parte delle aziende appare limitata. I miglioramenti sul fronte dei ricavi potrebbero essere decisivi ai fini di una crescita degli utili. Una ripresa dell’inflazione aiuterebbe non solo consentendo alle aziende di aumentare i prezzi (almeno in teoria) ma potenzialmente mente facendo crescere lievemente i rendimenti del debito sovrano. Tassi più alti aiuterebbero i titoli finanziari senza troppo danneggiare altri settori.

4) Un arresto nel deterioramento degli utili nel settore finanziario. I titoli bancari e finanziari diversificati rappresentano poco più del 10% del mercato dell’Eurozona. Il costante calo dei tassi di interesse ha generato una tendenza al ribasso dei margini sui prestiti e, insieme a una crescita del credito minima, ha frenato in misura significativa la redditività delle banche. Le aspettative dei mercati sugli utili dei finanziari per il 2017 sembrano ancora troppo ottimistiche e vanno ridimensionate prima che la ripresa possa iniziare.

5) Una riaccelerazione nell’erogazione di crediti che indicherebbe, cosa non meno importante, un aumento degli investimenti delle aziende e/o dei consumi. Una maggior crescita dei prestiti potrebbe aiutare il ciclo economico dell’Eurozona a riguadagnare velocità e incrementare gli utili.

Per stabilire se gli utili dell’Eurozona sono al punto di svolta, dobbiamo vedere più segnali di un ritorno alla crescita del fatturato, di un ridimensionamento delle aspettative per il settore finanziario e/o di una nuova accelerazione della crescita del credito che compensino i margini di utile più bassi. I nostri analisti bottom-up si concentrano anche sui movimenti del petrolio e dell’euro. Per ora riteniamo però prematuro modificare il nostro posizionamento neutrale sulle azioni dell’Eurozona nei portafogli globali.

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