Gli italiani, a differenza degli inglesi, non contestano l ‘Europa per quello che fa , ma soprattutto per quello che noi avremmo voluto facesse ma che non fa perché i relativi poteri sono rimasti agli Stati. Insomma noi vorremmo un’UE più unita, capace di maggiore solidarietà, con un bilancio comune più ampio, ma con profonda contraddizione invece di batterci per rafforzare i poteri di Bruxelles, vogliamo tornare indietro verso un rafforzamento del poteri delle singole nazioni, esaltando così gli interessi particolari, ed i nazionalismi che inevitabilmente renderanno più difficile un avanzamento della integrazione comunitaria. Nelle nostre classi dirigenti è diffusa una sorprendete incapacità a capire fino in fondo il funzionamento di un’Unione che pure abbiamo contribuito a fondare, e vengono continuamente lanciati messaggi generici e negativi che considerano l’Europa che c’è “sbagliata e contraria ai nostri interessi”. I manifesti con cui Meloni sta tappezzando le nostre città che invocano un generale cambiamento della UE, sono emblematici di un modo di pensare che coinvolge quasi tutti i partiti , larga parte degli organi d’informazione, ed un robusto pezzo della nostra superficiale e disinformata borghesia.
Riccardo Perissich, profondo conoscitore della macchina europea, essendo stato per quasi un quarto di secolo direttore generale a Bruxelles, si incarica di spiegare cos’è l’Europa, come funziona, e soprattutto come noi dovremmo starci per trarne, con realismo, il massimo vantaggio. Il libro scritto da Perissich, dal significativo titolo “ Stare in Europa – Sogno incubo e realtà” – edito da Bollati Boringhieri , è un’ampia analisi delle origini dell’Europa, nata, non dimentichiamolo mai ,dal superamento della storica rivalità tra Francia e Germania per secoli acerrime nemiche, dei progressi fatti in quasi sessant’anni, dei successi conseguiti, e degli errori commessi.
La costruzione europea non è certo perfetta. Essa nasce dal basso, con metodo pragmatico, affrontando cioè i problemi man mano che si sono presentati. Certo alla base c’era il sogno di una Europa unita con un governo federale forte, ma questo è sempre rimasto un obiettivo lontano e teorico. In pratica si è cercato di costruire un edificio mettendo mattone dopo mattone, reagendo alle crisi, e facendo a volte dei buoni passi in avanti com’è avvenuto per il mercato unico e per la moneta unica, due realizzazioni di grande importanza e che hanno dato stabilità e capacità espansive alla intera Europa.
Perissich invita ad essere realisti. Mentre in Italia il dibattito gira intorno a false notizie, come quelle relative alla immigrazione secondo le quali saremmo stati “lasciati soli” . Invece se si guardano i dati si scopre che se noi dovessimo veramente accettare una equa ripartizione dei rifugiati, dovremo ospitare più migranti e non meno! Analogo il ragionamento sull’economia . Noi siamo l’unico paese ( Grecia a parte) ad essere ancora al di sotto dei livelli di reddito pre crisi del 2008, ma la responsabilità è solo nostra avendo sprecato energie e capitale politico di credibilità per chiedere flessibilità, invece di giocare le nostre carte sulle reali possibilità di avanzamento dei poteri della UE anche in campo economico e finanziario.
Purtroppo anche i nostri comportamenti hanno contribuito ad accentuare la crisi di fiducia che oggi sta praticamente bloccando qualsiasi iniziativa di avanzamento dell’integrazione sovranazionale in settori chiave come la sicurezza e la politica estera, oltre che in campo bancario ed in quello del finanziamento di una parte di investimenti necessari alla produttività di tutto il vecchio continente. Essere sempre lontani dalla realtà ci sta impedendo di partecipare attivamente e in modo costruttivo al vero dibattito sui cambiamenti necessari all’Europa, cambiamenti che nascono dal mutato scenario internazionale, dal disimpegno Usa, all’aggressività di Russia e Cina, per non parlare del calderone sempre ribollente del Nord Africa e del Medio Oriente.
Solo uniti i singoli paesi europei potranno avere voce in questo nuovo complesso scenario mondiale. Le sicurezze promesse dal nazionalismo sono illusorie ed anzi gravemente dannose per i cittadini dei singoli paesi. Si pensi , per fare un solo esempio, alla difesa. Finora l’intera Europa ha affidato la sua difesa agli USA, in futuro se ogni paese volesse fare da solo quanto dovrebbe tassare i propri cittadini per avere un livello minimo di sicurezza?
Ed allora che fare? La battaglia per preservare l’Unione e con essa la democrazia liberale, merita di essere combattuta e, come afferma Perissich, è forse la più grande sfida di questo secolo. Il punto di partenza è quello di testimoniare con coraggio le verità sull’Europa, spiegare ai cittadini vantaggi e vincoli del sistema nel quale siamo, trovare un posizionamento veramente corrispondente ai nostri interessi e non inseguire le “ false verità” che stanno avvelenando l’ambiente nel quale viviamo. Si parte dal libro di Perissich per iniziare un percorso la cui prima tappa è un voto consapevole della posta in gioco alle prossime elezioni del 26 maggio.