Gli elettori dell’Olanda si sono espressi con decisione contro l’accordo di associazione fra Unione europea e Ucraina. Al referendum promosso dagli euroscettici i voti contrari hanno raggiunto il 61,1% in base al 99,8% delle schede scrutinate (i risultati definitivi saranno resi noti solo martedì prossimo). L’affluenza è arrivata al 32,2% e ha superato così il quorum, che era stato fissato al 30%.
La legge olandese consente di sottoporre al voto popolare (sospensivo e non vincolante) normative o provvedimenti quando a chiederlo sono almeno 300mila cittadini. Gli euroscettici avevano raccolto in questo caso 450mila firme, presentando un’intesa fondamentalmente commerciale – che crea una zona di libero scambio e rafforza i legami politici – come fosse un primo passo verso l’ingresso di Kiev nella Ue.
L’anno scorso il Parlamento olandese aveva ratificato l’accordo con l’Ucraina, così come gli altri 27 Stati membri dell’Unione, ma la ratifica finale era stata sospesa alla convocazione del referendum. L’Aja potrebbe chiedere ora di ridiscutere alcune clausole, soprattutto quelle politiche.
Da parte sua, il presidente ucraino Poroshenko ha affermato che Kiev continuerà il suo percorso di avvicinamento alla Ue nonostante il voto olandese.
L’esito del referendum, solamente consultivo, non dovrebbe avere conseguenze immediate e rilevanti sui rapporti fra Bruxelles e l’Ucraina, ma non potrà non incidere sull’assetto politico interno dell’Olanda.
“L’accordo non può essere ratificato com’è attualmente”, ha commentato il primo ministro Mark Rutte, che si era schierato con il sì ma ha una maggioranza di soli 76 voti su 150 alla Camera, mentre il Partito della libertà di Geert Wilders – numero uno dell’estrema destra olandese euroscettica e anti-islamica – è in testa nei sondaggi a meno di un anno dalle elezioni politiche.
In molti, tra cui lo stesso Wilders, prevedono (o auspicano) ripercussioni anche sul referendum che si terrà a giugno in Gran Bretagna sulla possibilità di uscire dall’Ue.