Un Manifesto per il rilancio dell’Unione Europea al tempo della nuova “guerra fredda” in vista del prossime elezioni europee: lo hanno lanciato una trentina di personalità europee indicando 7 soluzioni per la svolta della Ue. Tra i firmatari personalità illustri come l’ex Presidente della Commissione europea e due volte premier, Romano Prodi, gli ex premier Giuliano Amato e Mario Monti, l’ex Presidente della Bce Jean-Claude Juncker, l’ex Governatore della Banca del Portogallo, Vitor Constancio, l’ex eurocommissario Pierre Moscovici, gli economisti Marcello Messori, Marco Buti, Guido Tabellini, Andrè Sapir e tanti altri.
“La persistente guerra in Ucraina e l’approfondirsi del conflitto fra Stati Uniti e Cina sono i fattori che connotano il nostro tempo. Si sta definendo un nuovo ordine mondiale e, se rimarrà una costruzione compiuta solo a metà, l’Unione Europea non avrà alcun ruolo nel plasmare questo nuovo ordine”: comincia così il Manifesto che prosegue sollecitando la Ue a “fare uno sforzo per creare le condizioni di un ritorno al multilateralismo e per evitare che le relazioni internazionali siano dominate da pure logiche di potere che peggiorerebbero le condizioni di ognuno di noi”.
Europa: sette fattori chiave per il rilancio
Dopo l’analisi il Manifesto indica con concretezza le soluzioni che possono favorire il rilancio del ruolo dell’Europa. Eccole:
- riforma di fondo del bilancio comunitario basata sulla creazione di una capacità fiscale centrale;
- nuove regole fiscali per realizzare una convergenza economica e sociale nella Ue e soddisfare le condizioni richieste da una crescita economica di lungo periodo e da finanze pubbliche sostenibili;
- decisivi passi avanti verso la costruzione di mercati finanziari europei integrati e “spessi” che si basino sull’emissione di un’attività finanziaria europea “sicura” (safe asset) e verso la definizione di un sistema pienamente sviluppato di gestione delle crisi;
- politica industriale che sappia favorire il passaggio a un nuovo modello produttivo della Ue;
- rinnovata politica degli aiuti che miri a rafforzare, e non a indebolire, il mercato unico;
- strategia comune per l’istruzione e la formazione nonché nuovi programmi concreti per l’inclusione dei migranti nei mercati europei del lavoro;
- politica della Ue per la sicurezza e la difesa che sia incardinata nella Nato ma che abbia un’autonomia e una visibilità sufficienti “per reggere possibili rinnovate tendenze isolazioniste da parte degli Stati Uniti a seguito delle elezioni di novembre 2024”.