Padroni d’Europa. E pazienza se si tratta ‘solo’ della sorella minore della Champions, per una volta, dopo tanto tempo, una competizione internazionale torna a sorriderci. Il giovedì delle italiane in Europa League non è stato solo bello, è stato semplicemente un trionfo. Inter, Roma, Napoli, Fiorentina e Torino, eccole qui le magnifiche 5 che, questa mattina (ore 13) rappresenteranno il nostro calcio nell’urna di Nyon.
Nessuno potrà vantare tanta abbondanza: non l’Inghilterra (fuori Liverpool e Tottenham, resta solo l’Everton), non la Spagna (in gioco Villarreal e Siviglia), tantomeno la Germania (il Wolfsburg unico rappresentante). Chi ci sta davanti nel ranking ha fatto peggio di noi e se un giorno potremo nuovamente parlare di calcio italiano al vertice beh, forse ci ricorderemo di questo splendido giovedì notte. La copertina, com’è giusto che sia, se la prendono di diritto Fiorentina e Torino, autrici di vere e proprie imprese. Che viola e granata ce la potessero fare lo avevamo intuito già dopo le gara d’andata, quando se l’erano giocata alla pari e senza paura contro i temutissimi Tottenham e Athletic Bilbao, nonostante questo restavano però sfavorite per la qualificazione. E invece ce l’hanno fatta, per giunta con pieno merito, pur senza lesinare brividi alle rispettive tifoserie.
La Fiorentina ha rischiato di andare sotto (occasionissima per gli inglesi con Soldado nel primo tempo), poi però ha avuto la meglio grazie ai suoi campioni: Gomez (gol di rapina al 54’) e Salah (71’), quest’ultimo sempre più beniamino del Franchi. L’impresa vera però l’ha fatta il Torino, capace di sfatare il tabù San Mamès che, fino a ieri, non aveva mai visto uscire nessun italiana col bottino pieno. Partita pazza quella dei granata, in perfetta sintonia con la storia del club. In vantaggio per due volte (Quagliarella su rigore e Maxi Lopez), gli uomini di Ventura si erano fatti raggiungere da Iraola e De Marcos. Poi però ecco la zampata di Darmian che ha mandato in paradiso il popolo del Toro.
Applausi meritati anche per la Roma, costretta a lottare non solo contro il Feyenoord ma con tutta l’ostilità di Rotterdam. Che dopo i fattacci inqualificabili di settimana scorsa, si è ripetuta con un’altra serata da matita rossa. Prima un gesto razzista contro Gervinho (dagli spalti è stata tirata una banana gonfiabile), poi un lancio d’oggetti talmente incivile da costringere l’arbitro Tupin a sospendere il match per quasi 20 minuti. In tutto questo esempio di sportività (chissà cosa avrebbero detto in Olanda a parti invertite!) la Roma si è presa un successo pesantissimo, anche perché ottenuto da una posizione di svantaggio. L’1-1 dell’andata infatti costringeva i giallorossi a vincere, senza calcoli di nessun tipo e così è stato. Prima Ljajic (47’), poi Gervinho (60’) ad annullare il momentaneo pareggio di Manu (57’).
Più semplice, ma non per questo scontata, la qualificazione dell’Inter. Il 3-3 di Glasgow consentiva ai nerazzurri di gestire la partita ma questo, considerando la squadra in questione, poteva essere più un problema che un sollievo. E infatti all’inizio sono stati brividi e solo grazie a un grande Carrizo si è evitato il ribaltone. Poi però, una volta collegato il cervello ai piedi, la squadra di Mancini (alla quarta vittoria consecutiva tra campionato e coppa), complice anche l’espulsione di Van Dijk, si è presa il pallino del gioco sfiorando più volte il vantaggio. Che è arrivato solo all’88’ grazie a una magia di Guarin, autore di uno splendido missile sotto l’incrocio dei pali. Nessun sussulto invece a Napoli ma qui i discorsi erano già stati abbondantemente chiusi una settimana fa. Solo un cataclisma infatti avrebbe potuto rimettere in gioco il Trabzonspor, devastato all’andata dal poker degli uomini di Benitez. Che ieri hanno svolto il compitino alla perfezione, sconfiggendo i turchi con un successo di misura (De Guzman al 19’) buono soprattutto per il ranking Uefa. Che ci vede ancora dietro (e pure di molto) rispetto a Inghilterra, Spagna e Germania. Ma che da oggi, forse, torna a guardarci con occhi diversi.