Varsavia si allontana. Moltissimo per la Fiorentina, demolita dal Siviglia con un 3-0 che sa tanto di sentenza, quel tanto che basta a far paura per il Napoli, fermato sull’1-1 al San Paolo contro il Dnipro. Ci eravamo illusi di poterci giocare l’Europa League con una finalissima tutta italiana, invece il 27 maggio rischiamo di non esserci proprio. Certo, le situazioni di viola e azzurri sono decisamente diverse: se i primi, per passare, avranno bisogno di un vero e proprio miracolo, i secondi hanno tutte le carte in regola per sbancare Kiev. Resta l’amaro in bocca per due risultati troppo severi, sia al Pizjuan che al San Paolo.
La Fiorentina infatti, al di là delle solite amnesie difensive, avrebbe meritato di segnare almeno un gol, il Napoli invece, oltre che per i consueti sprechi sotto porta, recrimina per il pareggio degli ucraini in netto fuorigioco. “Non so cosa pensare, forse che la coppa è già stata assegnata al Siviglia?! – ha sbraitato De Laurentiis in conferenza stampa. – Mi rivolgo direttamente a Platini: perché vuoi avere l’antipatia dei tifosi napoletani? Possibile che, in una semifinale di un torneo così importante, vengano mandati arbitri del genere? Il presidente Uefa non è in grado di gestire le cose, non ha nessuna credibilità”.
Parole durissime, sulle quali, peraltro, il massimo organo calcistico europeo potrebbe prendere provvedimenti. Al di là dello sfogo di De Laurentiis, resta un grave errore arbitrale che rischia di falsare la semifinale. Il Napoli infatti ha subito un solo tiro in porta, quello di Seleznyov che ha portato al pareggio il Dnipro (81’). Prima (e dopo) è stato un monologo azzurro, fatto di tante occasioni (alcune sprecate malamente) e una sola rete, quella di David Lopez, bravo a staccare sul primo palo per il momentaneo 1-0 (50’). “Quello che è successo lo avete visto tutti – il commento amaro di Benitez. – Ora però bisogna pensare alla partita di ritorno, già a Wolfsburg abbiamo dimostrato di saper segnare in trasferta”.
Ma se il Napoli ha ancora ragionevoli speranze di finale, così non è per la Fiorentina. Solo un miracolo, infatti, permetterebbe ai viola di ribaltare il 3-0 di Siviglia, risultato pesantissimo e quasi irrimediabile. “Io invece ci credo – ha ribattuto Montella. – Se loro ci hanno fatto 3 gol perché non possiamo fare lo stesso anche noi? Il risultato ci penalizza più del dovuto, abbiamo giocato un grandissimo primo tempo e avremmo meritato di segnare. Non dobbiamo arrenderci, avremo bisogno anche del nostro pubblico”.
Parole coraggiose che però, a conti fatti, sembrano più che altro disperate. La Fiorentina ha mostrato, per l’ennesima volta, tutte le sue contraddizioni: gioco bello e manovrato ma fine a sé stesso. Perché a questa squadra manca un centravanti vero, uno come il Mario Gomez del Bayern, non la copia sbiadita vista a Firenze negli ultimi due anni. E se ai problemi in fase offensiva si aggiungono quelli della retroguardia, il gioco, purtroppo, è fatto. Il Siviglia ha colpito dopo appena 17’, peraltro di marca viola: azione in contropiede sull’asse Reyes-Bacca, assist per Aleix Vidal e 1-0.
La buona reazione degli ospiti non ha portato al pareggio, anche per colpa dell’arbitro che non ha visto una trattenuta in area su Salah (sarebbe rigore, ma forse l’egiziano è partito in fuorigioco). E nella ripresa il castello fiorentino è definitivamente crollato. Prima Vidal (52’, doppietta per lui), poi Gameiro (75’, il francese era entrato in campo da 28 secondi!) hanno spianato la strada al Siviglia, ora davvero vicino alla finale di Varsavia. La sognavamo tutta italiana, difficilmente sarà così. A meno che, giovedì prossimo, gli dei del calcio, ieri così spietati, non ci diano una mano. Solo loro, infatti, sembrano in grado di compiere il miracolo.