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Europa, il vino rischia di far scoppiare una nuova guerra: agricoltori in rivolta contro le restrizioni Ue

La revisione del Beca, il piano Ue per ridurre i rischi di cancro legati all’alcol, ha scatenato proteste in tutta Europa. Agricoltori e associazioni italiane si oppongono, temendo danni al settore vitivinicolo

Europa, il vino rischia di far scoppiare una nuova guerra: agricoltori in rivolta contro le restrizioni Ue

L’Europa rischia una nuova guerra, questa volta in nome del vino. Con gli agricoltori pronti a riaccendere i trattori e a marciare bloccando strade, autostrade, città.

A rinfocolare le tensioni – in realtà mai sopite, dopo il contestatissimo accordo commerciale di libero scambio Ue-Mercosur che ha visto i trattori invadere tutta l’Europa – è la revisione del Beca (beating cancer plan), documento che la Commissione Ue ha firmato nemmeno 10 giorni fa per ridurre tanti fattori di rischio per il cancro, tra cui il consumo dannoso di alcool. E su questo fronte si prospettano in particolare l’aumento delle tasse, la limitazione delle vendite transfrontaliere, avvertenze sanitarie sulle etichette, la regolamentazione della pubblicità sugli alcolici.

Beca e restrizioni sull’alcol: scatta la protesta agricola

L’iniziativa della Commissione Ue ha immediatamente scatenato la protesta del mondo agricolo italiano. La Coldiretti già fa sapere di essere pronta “a scendere in piazza contro la follia tutta ideologica di etichette allarmistiche sul vino” e intanto ha scritto a Ursula von der Leyen, al commissario all’Agricoltura Hansen, a quello alla Salute Varhelyi, a Fitto commissario alla coesione e riforme, per respingere “l’inaccettabile proposta dell’esecutivo comunitario” di apporre delle scritte sulle bottiglie per scoraggiare i consumi.

Coldiretti e Confagricoltura guidano la rivolta

Una bocciatura arriva anche da Confagricoltura, che giudica l’iniziativa della Commissione “una stretta inaccettabile che minaccia il settore, già alle prese con un periodo difficile per la minaccia dei dazi, il calo dei consumi e le forti incertezze sul futuro”.

Il presidente di Cia-Agricootori italiani, Cristiano Fini, si appella agli europarlamentari italiani affinché quel documento venga bloccato. “È un attacco della Commissione Ue al settore che dà lavoro a 1,3 milioni di persone lungo la filiera”, accusa. Di “neoproibizionismo di ritorno” parla invece il presidente dell’Associazione italiana cooperative italiane (Agci), Giampaolo Buonfiglio. “Chiediamo un confronto serio, il rischio della demonizzazione è dietro l’angolo”.

A sollecitare non solo gli europarlamentari italiani ma anche gli Stati membri a bloccare quel documento è l’Unione italiana vini, con il segretario generale Paolo Castelletti.

Trattori in marcia in tutta Europa: dall’Italia alla Polonia

E intanto i trattori hanno riacceso i motori. A Milano, a Firenze “per evitare che sparisca l’agricoltura”. Ma anche a Parigi. E in Polonia. Resta sullo sfondo l’accordo Ue-Mercosur che non va giù né per dritto né per storto. E ora ci si mette anche il vino ad andare di traverso.

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