Non è mai stata così disomogenea la risposta europea all’emergenza coronavirus, come in queste settimane. Proprio mentre in molti Paesi l’epidemia sta già attraversando la fase di picco, e che in questi giorni si decidono le sorti di una risposta comune per affrontare una crisi economica senza precedenti, i principali Stati europei continuano a procedere in ordine sparso. L’Italia sembra confermarsi la realtà più prudente, visto che venerdì il premier Giuseppe Conte ha di fatto confermato un lockdown pressoché totale in tutto il Paese almeno fino al 3 maggio, con pochissime nuove deroghe (le librerie erano una di queste, ma molte regioni hanno confermato il divieto).
FRANCIA
Diversa invece l’impostazione di Francia e Spagna, gli altri due Paesi più colpiti dal Covid-19. Il presidente transalpino Emmanuel Macron ha parlato lunedì sera alla nazione, con un discorso che la stessa stampa ha apprezzato, definendolo pragmatico: ha proclamato la proroga della quarantena fino al 10 maggio, una settimana più dell’Italia, ma subito dopo, già a partire dall’11 maggio, partirà la fase 2 che prevede persino la riapertura progressiva di asili e scuole. Macron ha dato al governo due settimane per rinforzare il pacchetto di aiuti a lavoratori autonomi ed imprese, con particolare attenzione ai settori più colpiti: turismo, ristorazione, eventi.
Le persone più a rischio, anziani e malati pregressi, proseguiranno l’isolamento, mentre gli altri potranno via via ricominciare a svolgere alcune attività, seppur in massima sicurezza: attraverso i Comuni a partire da lunedì 11 maggio saranno distribuite mascherine alla cittadinanza, da usare nei luoghi chiusi e sui mezzi di trasporto. Confermata fino al 10 maggio, e quasi sicuramente anche oltre, la chiusura delle frontiere. Dall’11 maggio riprenderanno anche alcune attività produttive, ma per ora non è stato specificato nel dettaglio quali, mentre il governo stima in -8% la caduta del Pil nel 2020 (in linea con le previsioni italiane). Macron ha insistito più volte sul concetto di “convivenza con il virus”, di cui si parla molto anche in Italia e per il cui piano è stato messo a capo di una task force l’esperto manager Vittorio Colao.
SPAGNA
Si gioca invece il tutto per il tutto il premier spagnolo Pedro Sanchez. A differenza della Francia dove l’azione di Macron sta sostanzialmente raccogliendo l’approvazione di buona parte di opinione pubblica e forze politiche, in Spagna la situazione è tesa come in Italia e il leader socialista, incalzato sulle misure restrittive per le quali qualcuno ha gridato al regime, è stato costretto a cedere. Probabilmente forzando i tempi della riapertura. Sta di fatto che da oggi a Madrid e dintorni riaprono anche alcune attività non essenziali come uffici, edilizia e industria, ovviamente seguendo le più rigide precauzioni. Restano invece per ora chiusi scuole, cinema e teatri, ristoranti locali e bar, così come permane il divieto di spostamento delle persone, salvo che nei casi già consentiti.
Il lockdown ufficialmente è stato prorogato fino al 10 maggio, ma con più attività riaperte rispetto a Italia e Francia, tanto che qualcuno ha parlato dell’inizio di fatto di una fase 2, forse prematura. Sanchez nega, e deve affrontare un duro scontro soprattutto con le autonomie locali, che premevano per una maggiore cautela.
GERMANIA E AUSTRIA
In Germania il livello di contagio si sta mantenendo relativamente basso, e dunque presto di potrebbero vedere delle riaperture, con alcune prescrizioni: l’obbligo di mascherine sui mezzi di trasporto, autobus e treni; l’uso di un’app volontaria per capire con chi un cittadino contagiato potrebbe essere entrato in contatto; la riapertura per gradi delle scuole. Angela Merkel decide tra oggi e domani, dopo una consultazione con i governatori locali.
Ancora più avanti si spinge l’Austria, che aveva giocato d’anticipo chiudendo tutto il 15 marzo, quando nel Paese i casi erano pochissimi e dopo un mese i morti sono “solo” 350. Il cancelliere Kurz ha annunciato la fase 2 già la scorsa settimana (è stato il primo in Europa a farlo), e dunque da oggi riaprono i negozi fino a 400 metri quadri di grandezza: tutti saranno obbligati a usare le mascherine, come nei supermercati, e ogni cliente dovrà avere almeno 20 metri quadri di spazio a disposizione. Riaprono anche i giardini, ma gli ingressi saranno scaglionati e controllati. Dal primo maggio dovrebbero ripartire anche centri commerciali e parrucchieri, mentre ristoranti e hotel dovranno aspettare almeno fino a metà maggio, se non di più.
ALTRI
In Danimarca sono pronte a riaprire le scuole dal 15 aprile, anche in Norvegia e Repubblica Ceca allenteranno le restrizioni nei prossimi giorni. In Norvegia scuole aperte dal 20 aprile mentre in Repubblica Ceca, tra gli Stati europei più tempestivi nelle chiusure, i negozi riaprono pur mantenendo gli obblighi sul distanziamento sociale e sul divieto di assembramento.