Adesso è veramente dura, nella bolgia dello Yad Eliyahu di Tel Aviv, l’EA7 Milano perde una brutta partita 75-63 contro il Maccabi, si ritrova sotto 2-1 nella serie e rischia seriamente di vedere svanire il suo sogno europeo già domani sera, quando si scenderà di nuovo in campo per gara 4. Dopo la bella risposta di gara 2, comandata dall’inizio alla fine e che aveva rimesso la serie in parità, la formazione italiana era volata in Israele (con famigliari e 7 eroici tifosi al seguito) con l’obiettivo di espugnare almeno una volta la Nokia Arena per giocarsi poi tutto nella bella al Forum. Certo rimane ancora un’altra possibilità, ma è chiaro che delle due gare quella più “abbordabile” sarebbe dovuta essere quella di ieri sera, perché la prossima, sempre nell’inferno gialloblu ma questa volta con le spalle al muro, sotto l’aspetto psicologico sarà terribilmente difficile.
E dire che anche ieri aveva iniziato meglio Milano, che era riuscita a chiudere davanti (15-16) un primo quarto condizionato dalla tensione per la posta in palio (con il Maccabi poco incisivo a rimbalzo e con palle perse malamente), ma non appena i padroni di casa si sono tolti di dosso un po’ di pressione e, senza fare cose straordinarie ma con più lucidità, hanno iniziato a imporre il loro gioco e a segnare anche dal perimetro, l’Olimpia non ha saputo reggere l’urto e all’intervallo era già sotto di dieci (39-29). Sulla scia del solco scavato nei minuti finali del primo tempo, nel terzo quarto il Maccabi, spinto da Blu, Hickman e Tyus, prima ha respinto un timido tentativo di reazione degli ospiti e poi ha aumentato il vantaggio fino al +16 (61-45) con il quale le due squadre hanno iniziato l’ultimo periodo. Gli ultimi dieci minuti, capito che la rimonta era pura utopia, si trascinano mestamente verso la sirena finale e servono solo per ricucire un po’ lo scarto nel punteggio.
Per l’EA7 una delle peggiori prestazioni da un bel po’ di tempo a questa parte sia dal punto difensivo, dove questa volta subisce l’atletismo e le penetrazioni del Maccabi (nonostante alla fine i punti subiti siano 75, una cifra accettabile), ma soprattutto dal punto di vista offensivo, caratterizzato da azioni confusionarie e individuali, con pochissima precisione e lucidità, in cui il fattore mentale è stato decisivo. I numeri sono inequivocabili e pesantissimi : all’intervallo Langford e compagni hanno tirato un modestissimo 9/31 con 2/12 da tre, e a fine partita il dato sul tiro dal perimetro faceva registrare un disastroso 4/25, una percentuale letale per qualsiasi squadra, a maggior ragione per una come Milano, che ha nel tiro da lontano una delle sue armi più importanti (ne aveva messi a segno 26 nelle prime due serate, 13 in ognuna). Con questi numeri non si va da nessuna parte e anche parlare degli arbitri, sempre un po’ sensibili quando si trovano davanti alla potenza israeliana (anche nelle due gare al Forum), risulta un esercizio inutile. Guardando alle prestazioni dei singoli, rispetto alle prime due sfide c’è poco da salvare e alcuni giocatori, come i pur bravi Cerella e Melli, stanno forse iniziando a pagare lo scotto di cosa vuol dire giocare incontri di questo livello. I tre migliori realizzatori sono stati Hackett (14), Langford (12) e Jerrells (11), ma tutti e tre sono stati protagonisti di una gara ben al di sotto dei loro standard.
Jerrells questa volta non è riuscito a incidere (2/11) e ha trovato punti quasi solo dalla lunetta, ma in questa serie soprattutto stanno mancando il numero 12 e il 23, quelli che dovrebbero prendersi la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà e trascinarla con le loro giocate. Hackett, che da quando è arrivato ha fatto vedere solo a tratti il giocatore che lo scorso anno ha vinto quasi da solo lo scudetto a Siena (pur risultando decisivo per il miglioramento del gioco della squadra), si era presentato a questa gara con un 1/5 complessivo da tre, ieri sera la difesa del Maccabi gli ha lasciato da subito spazio dal perimetro e Daniel all’intervallo registrava già un brutto 1/6 che lo ha condizionato per tutto il resto della partita, portandolo a tirare con sempre meno convinzione (e proseguendo nei troppi errori ai liberi). Per quanto riguarda Langford, tornato a giocare sul campo che lo ha visto protagonista nella stagione 2011-2012 e salutato dai suoi ex tifosi prima del match, anche quando non è al massimo alla fine è sempre l’uomo più pericoloso, ma dopo l’infortunio non è ancora riuscito a tornare ai livelli super dei mesi precedenti e incappa troppo spesso in azioni forzate (anche per lui 0/5 da tre). Di sicuro le chance di Milano passano dalla voglia di rivalsa dei suoi due campioni e dal fatto che sfoderino due prestazioni migliori di quelle viste finora nella serie.
Rispetto alle prime due al Forum, ieri sono mancati sotto entrambi i tabelloni Samuels e Lawal, fin qui positivissimi, e le schiacciate e stoppate questa volta si sono trasformate in troppi falli fin dai primi minuti. Moss ha fatto come sempre il suo, ma anche il suo impatto, sia in difesa che in attacco, è stato meno decisivo delle altre volte, mentre Kangur (il migliore di gara 2) e Wallace uscendo dalla panchina non stati in grado di dare il grande contributo offerto nella vittoria di quattro giorni fa.
Quello che si può dire, purtroppo, è che se l’Olimpia non dovesse farcela la qualificazione non sarebbe stata certo persa in Israele, ma sarebbe stata buttata letteralmente via in gara 1, una sconfitta, con quegli ultimi due minuti che fanno rabbia a ripensarci, di cui ancora non ci si capacita come sia potuta accadere, ma che non ci si può permettere quando ti stai giocando dei traguardi così importanti. A questi livelli non puoi permetterti di regalare vittorie come è successo, anche perché Milano aveva fatto il suo, ci era riuscita a far valere il fattore campo, e adesso si sarebbe trovata in una situazione completamente diversa. E tutto questo se poi dall’altra parte c’è una squadra esperta come il Maccabi, attesa forse con un po’ troppo ottimismo (supportato però dalle prime due sfide, dove Milano è stata sempre davanti), ma che rimane un grandissimo club, contro il quale non puoi mai distrarti o ti punisce, certamente più capace dell’EA7 a gestire determinate situazioni e habituè di queste fasi finali di Eurolega (gli ultimi due trionfi nel 2004 e nel 2005). Una formazione non inferiore a Milano, ma comunque non imbattibile nemmeno sul suo apparentemente inviolabile parquet, visto che in questa stagione sono finora passate in quattro : il Vitoria nella prima fase, le due corazzate Real Madrid CSKA Mosca nelle Top 16 e l’Hapoel in campionato.
Domani, ore 19.45, servirà però un’impresa e la Nokia Arena sarà ancora più infuocata, loro faranno di tutto per chiudere il discorso ed evitare di tornare per gara 5 al Forum, ma Milano in questa sua avventura europea ha già dimostrato di compiere vere e proprie imprese e di andare anche oltre le proprie possibilità. Intanto negli altri accoppiamenti il Barcellona è l’unica che, come da pronostico, ha risolto la pratica Galatasaray in tre gare (3-0) e ha già staccato il pass per le Final Four, mentre le due greche, Olympiakos e Panathinaikos, hanno accorciato (1-2) rispettivamente sulle grandi favorite Real e CSKA, con queste ultime che, comunque, potranno disputare l’eventuale gara 5 tra le mura amiche.