L’Eurogruppo va verso un accordo per dare parere favorevole alle scelte della Commissione europea su Italia, Belgio e Francia. Sono i tre Paesi a cui l’Esecutivo di Bruxelles ha dato tempo fino a marzo per rispettare le regole su debito (i primi due) e deficit (nel caso di Parigi). Lo scrive Radiocor, che cita “fonti europee”. L’agenzia precisa inoltre che nella dichiarazione finale dell’Eurogruppo non dovrebbe esserci alcun invito “cifrato” a varare nuove manovre di finanza pubblica nell’immediato. La partita, dunque, viene definitivamente rinviata a marzo.
Per l’Italia, fra tre mesi, le richieste di correzione potrebbero riguardare pochi decimi di punto percentuale (0,2-0,3% del Pil, pari a 3-5 miliardi di euro), ma il vero problema sarà sul fronte debito pubblico: si tratterà di vedere come saranno considerate le varie clausole per tenere conto delle “circostanze eccezionali” che possono permettere più flessibilità nei calcoli.
In ogni caso, oggi Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo, ha esortato i tre Paesi ad “ascoltare bene” le indicazioni e a “colmare il divario” rispetto alle regole fissate dal Patto di Stabilità.
“Vogliamo proseguire il dialogo – ha detto invece Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e monetari -, non abbiamo voluto prendere una posizione precipitosa, agiremo a marzo, teniamo tutte le opzioni aperte tenendo conto della situazione macroeconomica e degli sforzi fatti da questi Stati per ridurre il deficit strutturale e sulle riforme”.
E proprio sulle riforme, nelle ultime ore è andato in scena uno scontro fra Roma, Parigi e Berlino, seguito da un tentativo di disgelo. Dopo la stoccata della cancelliera Angela Merkel, che in un’intervista a Die Welt aveva giudicato “insufficienti” le riforme di Italia e Francia e sollecitato la Ue a muoversi sulla linea del rigore, oggi il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha riconosciuto a Bruxelles che “l’Italia ha approvato una riforma del lavoro rilevante”.
L’insoddisfazione dell’Eurogruppo, insomma, riguarda più la Francia che l’Italia, di cui si riconoscono i meriti per aver impostato una serie di riforme che inevitabilmente daranno frutti nel medio periodo. La Francia è invece ancora molto indietro sulle riforme strutturali e rischia di essere sanzionata per deficit eccessivo. Quanto al Belgio, l’opinione generalizzata è che lo sforzo del nuovo governo sia notevole.