Si spengono I riflettori su Jackson Hole, si accendono le luci della ribalta sull’euro, trattato stamane fino a 1,1966 sul dollaro, il valore massimo dall’inizio del 2015. I mercati hanno preso atto con soddisfazione che la Bce non intende forzare i tempi sul rientro dal Quantitative Easing. C’è tempo, dunque, per approfittare della ripresa dell’export europeo e della solidità finanziaria di alcuni paesi guida (nei primi sei mesi l’attivo del bilancio pubblico tedesco ha superato i 18 miliardi).
I BANCHIERI USA VENDONO LE PROPRIE AZIONI: 9,3 MILIARDI
Assai più incerta la situazione Usa. Janet Yellen ha difeso le regole al sistema finanziario introdotte dopo la crisi, contro Donald Trump che le vuole smantellare. È stato probabilmente il canto del cigno della presidente, che non ha sarà riconfermata a dicembre. A vantaggio, forse, di Gary Cohn, il consigliere economico di Trump, in aperto dissenso con il presidente per l’atteggiamento tenuto sui disordini di Charlottesville. Lo stesso Cohn ha promesso che in settimana ripartirà l’iter della riforma fiscale. Il mondo del business è scettico.
I grandi banchieri, come nota il Financial Times, hanno avviato la ritirata: da inizio anno i dirigenti delle sei maggiori banche Usa (JP Morgan, Wells Fargo, Citigroup, Goldman Sachs, Bank of America e Morgan Stanley) hanno venduto i titoli personali per 9,3 miliardi di dollari. Un segnale di aperta sfiducia all’inizio di una stagione, l’autunno, per tradizione difficile. Per ora, però, il calo del dollaro e dei rendimenti del T-bond hanno sostenuto il mercato azionario.
L’URAGANO MANDA IN TILT LO SHALE OIL
A complicare la situazione ci ha pensato Harvey, l’uragano che nel weekend ha devastato Houston, la capitale dello shale oil americano. Nella sola giornata di sabato Harvey, nel frattempo declassato a tempesta, ha messo fuori uso impianti di raffinazione per 900 mila barili e distrutto capacità produttiva per 430 mila barili. Sono saliti alle stelle i prezzi della benzina (+6,8%). Calmi invece quelli del greggio: stamane il Brent tratta a 52,58dollari (+0,3), il Wti americano a 47,71. Nel 2005 l’uragano Kathrina che ha devastato New Orleans ha dimezzato il tasso di crescita dell’economia Usa per sei mesi.
VOLANO LE BORSE CINESI, SAMSUNG NON ABBATTE SEOUL
Contrastato l’avvio di settimana sulle Borse asiatiche. Bene Hong Kong (+0,7%) per la prima volta sopra i 28 mila punti da oltre due anni. Continua l’avanzata delle blue chip cinesi (+1,4% l’indice Csi): l’aumento dall’inizio dell’estate è dell’11%. In lieve ribasso la Borsa di Seoul (-0,4%), una reazione modesta di fronte alla chiusura delle manovre militari congiunte con gli Usa (salutate da tre missili di Pyongyang) e la condanna per corruzione all’erede dell’impero Samsung. Debole Tokyo (-0,1%).
AL VIA LE ASTE DEL TESORO: OGGI TOCCA AI CTZ
Prevista una partenza in lieve ribasso per le Borse europee. Oggi resterà chiusa la City londinese per la ricorrenza del bank holiday. Wall Street invece chiuderà i battenti venerdì per il week end del Labor Day. Piazza Affari si avvia a chiudere agosto con un rialzo superiore al 5%, assai meglio del resto del vecchio Continente (-0,10%).
Riprendono oggi le aste del Tesoro di fine mese. Si comincia con l’offerta di 1,5-miliardi di Ctz. Domani sarà la volta di 6,5 miliardi di Bot a 6 mesi. In occasione dell’asta a medio e lungo termine di mercoledì prossimo 30 agosto, il ministero dell’Economia metterà infine a disposizione degli investitori un importo tra 5,75 miliardi e 7,25 miliardi di euro su due Btp e un Ccteu.
DOSSIER FCA: GIOVEDÌ I CONTI DI EXOR
Sul fronte societario l’appuntamento clou è con la trimestrale di Exor (giovedì). Venerdì usciranno i dati sulle vendite di auto ad agosto. Intanto prosegue in Borsa il test sul possibile break-up di Fiat Chrysler reduce da una settimana storica: +17% con un massimo a 12,94 segnato giovedì. Su richiesta della Consob, venerdì il gruppo ha precisato in un comunicato di non avere altro da aggiungere a quanto già dichiarato in risposta a voci di mercato lo scorso lunedì 21 agosto.
SOTTO I RIFLETTORI TELECOM, ITESA E INTERMOBILIARE
Sotto i riflettori anche Telecom Italia. Il governo sembra intenzionato a utilizzare il golden power nei confronti di due controllare del gruppo che non vorrebbe sotto il controllo della francese Vivendi. Si tratta di Sparkle, che ha in portafoglio 560 mila chilometri di cavi sottomarini, e Telsy, specializzata nella protezione di comunicazioni sensibili con gli enti governativi.
Settimana decisiva per la cessione di Banca Intermobiliare, messa in vendita da Veneto Banca. I liquidatori della Popolare veneta dovranno scegliere tra le offerte di Warburg Pincus, Attestor, Jc Flowers e Barents.
In programma oggi i Cda di Elica (prevista la conferende call) e di Ratti.
Le complicazioni geopolitiche stanno mettendo a dura prova la cessione di una quota del 19,5% della russa Rosneft a Glencore e al Qia, il fondo sovrano del Qatar colpito dall’embargo di Arabia Saudita ed alleati. Intesa Sanpaolo sta avendo difficoltà nella sindacazione del prestito da 5,2 miliardi di dollari legato all’operazione. Quattro fonti bancarie hanno detto a Reuters che alcune banche occidentali, inclusi istituti da Stati Uniti e Francia, hanno lasciato in sospeso la loro partecipazione nella sindacazione. A complicare il deal, oltre all’embargo verso la Russia, contribuisce lo stallo politico tra Qatar e Arabia Saudita.
EUROPA. INFLAZIONE E OCCUPAZIONE, BREXIT AL TERZO ROUND
In Europa, Italia compresa, terranno banco i dati sull’inflazione (in uscita mercoledì in Germania, giovedì in Francia ed Italia). Previsti per giovedì anche il dato sulla disoccupazione e gli indici Pmi sull’andamento dell’attività manifatturiera. Oggi l’Istat diffonderà il dato sulla fiducia dei consumatori e delle imprese.
Intanto, comincia oggi a Bruxelles il terzo round dei colloqui tra Ue a Regno Unito sulla Brexit. Londra spera che, sulla base dell’atteggiamento più morbido emerso dai documenti inglesi, si possa passare in vista dei colloqui di ottobre dalla fase uno (il divorzio) alla fase due (le future relazioni commerciali).
Il ministro degli Esteri Boris Johnson ha dichiarato venerdì che la Gran Bretagna non pagherà “un centesimo di più né uno di meno” di quello che il governo ritiene essere l’importo dovuto dal punto di vista legale per lasciare l’Unione europea.
ARRIVA DA EXPEDIA IL NUOVO CEO DI UBER
Sono in uscita (venerdì) i dati del mercato del lavoro Usa. Dopo la forte crescita di giugno e luglio si prevede una frenata delle assunzioni: non più di 180 mila, nei i dati superiori alle 200 mila unità dei mesi scorsi. Il tasso di disoccupazione dovrebbe però restare invariato al 4,3%. L’aumento dei salari non dovrebbe superare su base mensile lo 0,2% (contro 0,3%), il 2,6% su base annua.
Dovrebbe invece esser salito, secondo le stime, al 2,7% il Pil americano del secondo trimestre. In uscita anche i dati sulla fiducia: previsti numeri lusinghieri (il 97,3%), anche perché i sondaggi non terranno ancora conti degli effetti di Charlottesville.
Il nuovo ceo di Uber è Dara Khosrowshahi, l’attuale numero uno di Expedia.