Il Forum di Davos si è aperto con l’invito del premier indiano Barendra Modi a praticare lo yoga, terapia efficace contro il rischio di guerre e per battere l’inquinamento (a New Delhi si respira aria più velenosa di quella di Pechino). Ma il richiamo al relax suona opportunità mentre si diffondono i rischi di una guerra commerciale: Donald Trump, prima di imbarcarsi alla volta delle Alpi svizzere, ha avallato l’adozione di dazi sui pannelli solari cinesi e gli elettrodomestici coreani, a protezione di Whirpool.
Intanto il premier canadese Justin Trudeau, impegnato assieme al Messico a difendere il Nafta, ha annunciato che il Canada entrerà a far parte del Tpp, l’accordo commerciale tra le nazioni dell’are Asia-Pacific cancellato dal presidente Usa. In questo modo, ha detto Trudeau, limiteremo i danni. Ma, al contrario, i sindacati dell’auto temono lo sbarco in massa dei produttori giapponesi e coreani.
In questa cornice movimentata, sui mercati spicca il nuovo tonfo del dollaro. Sale lo yen (-0,35% a 109,90 per la prima volta sotto i 110 da settembre) assieme all’euro alla vigilia del direttorio della Bce. Stamane la valuta unica tratta a 1,2315 ai massimi dal 2014. Avanza anche lo yuan su livelli che non si vedevano da fine 2015 a 6,39%. In tensione il rendimento dei T bond (2,62% il dieci anni)
TOKYO IN RIBASSO, GIU’ A TAIWAN I TECNOLOGICI
La frenata della valuta Usa ha condizionato i mercati asiatici, deboli nonostante i nuovi record di Wall Street. La Borsa del Giappone si avvia a chiudere in ribasso: indice Nikkei -0,8%. L’indice Hang Seng della Borsa di Hong Kong perde lo 0,3%, invariato il CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzen. Le vendite sulle società dell’alta tecnologia costano al listino di Taiwan, un calo superiore all’1%. Invariati i mercati azionari della Corea del Sud e dell’India.
S&P E NASDAQ AI MASSIMI. SHOW DI NETFLIX (E DELLA BARBIE)
Il dollaro debole, invece, fa da propellente a Wall Street, impegnata a macinare record su record. L’indice S&P500 ha chiuso in rialzo dello 0,2% a 2.840 punti, nuovo massimo storico. L’indice ha segnato nel corso di questo mese 12 record, una cosa mai successa nella storia. La spinta è arrivata dai dati del trimestre delle società, complessivamente molto buoni fino a questo punto.
Al Nasdaq +0,71% (nuovo record a 7.460,29) è andato in scena lo show di Netflix +12%: la capitalizzazione del leader dello streaming ha superato ieri i 100 miliardi di dollari, gli abbonati hanno infranto di lancio la barriera dei 100 milioni di unità. L’incognita sta nei costi di produzione (in vista 8 miliardi di investimenti per l’anno in corso). A Wall Street si fanno notare anche i divertimenti più tradizionali: Mattel, la casa della Barbie, mette a segno un rialzo del 16% sull’onda di un possibile merger con Hasbro (Monopoli).
Poco mosso l’indice Dow Jones -0,01% frenato dai conti di Procter & Gamble -3,09% e di Johnson&Johnson -4,26% su cui pesano mancate eduzioni fiscali per perdite pregresse (effetto della riforma) per 13,6 miliardi di dollari.
Poco mosso stamane il petrolio: Brent a 69,77 dollari, Wti a 64,41 dollari. Barclays ha alzato la stima 2018 sul prezzo medio del greggio del Mare del Nord a 60 dollari il barile, da 55 dollari. Ieri a Piazza Affari Eni -0,1%, Saipem +1,5%.
LA FIDUCIA TEDESCA SPINGE FRANCOFORTE AL RECORD
Il rialzo delle Borse europee si veste dei colori della bandiera tedesca. I dati in arrivo da oltre Reno, a due giorni dalla riunione della Bce segnalano l’eccellente condizioni della prima economia d’Europa: il clima di fiducia tra gli investitori è in forte crescita (indice Zew 20,4 da 17,4 di dicembre), le condizioni economiche, secondo le statistiche, sono al livello più alto dal dicembre 1991.
- Il boom dell’economia reale trova conferma nell’avanzata della Borsa: l’indice Dax ha segnato il massimo di sempre volando a 13.596 punti per poi chiudere la seduta a +0,7% a quota 13.554.
- Ha perso invece slancio Piazza Affari dopo aver bucato temporaneamente quota 24 mila (massimo a 24.050). L’indice Ftse Mib -0,22% è arretrato in chiusura a 23.837 punti. E’ migliorato anche l‘indice Zew che misura la fiducia sull‘economia italiana salito a gennaio di 5,6 punti.
- Positive Madrid, +0,24% e Londra +0,21%; poco mossa Parigi -0,12%.
I MERCATI RISCOPRONO I BOND DI ATENE
I ministri delle Finanze della zona euro, ha detto il responsabile dell’Economia Pier Carlo Padoan, nei due giorni di Eurogruppo ed Ecofin, hanno espresso “preoccupazione” per lo scenario di instabilità che potrebbe scaturire dalle elezioni del 4 marzo. Il sentimento, almeno per ora, non si trasmette all’andamento del mercato del debito concentrato sui progressi dell’Europa mediterranea: a Portogallo e Spagna si è aggiunta la Grecia.
L’Eurogruppo ha trovato l’accordo sui nuovi aiuti per 6,7 miliardi ritenendo che Atene abbia rispettato gli obiettivi sul bilancio 2018 di surplus primario del 3,5% del Pil. I nuovi aiuti arriveranno in due tranche: la prima a febbraio da 5,7 miliardi, la seconda in primavera. Il programma di aiuti terminerà come previsto in agosto. I rendimenti dei titoli governativi a 2 e 5 anni sono scesi al minimo record rispettivamente 0,97% (prima volta nella storia sotto l’1%) e 2,73%.
VOLANO I TITOLI SPAGNOLI E PORTOGHESI. ALL’ASTA I CTZ
Il debito spagnolo continua intanto a riscuotere grande successo: ieri il Tesoro di Madrid ha lanciato via sindacato un decennale per 10 miliardi: la domanda è stato di oltre 43 miliardi. In questa cornice lo spread tra Btp e Bund è sceso in chiusura a 140 punti base (contro 142), per un rendimento pari all’1,89% (da 1,92%) dopo aver toccato un minimo a 1,88%.
Il ministero dell‘Economia metterà a disposizione tra 2,75 e 3,75 miliardi di euro nel Ctz ottobre 2019 e nei Btpei maggio 2022 e settembre 2032 nell‘asta in agenda per il 26 gennaio. A giudicare dall’andamento degli altri Paesi dell’Eurozona, la discesa risente dell’incertezza elettorale. Lo spread Portogallo-Germania è infatti sceso al minimo da aprile 2010 a 118 punti, quello spagnolo scendere sotto quota 90 punti, al minimo da marzo 2015. Si prevede che il direttorio della Bce di domani non modificherà le comunicazioni al mercato nonostante la pioggia di dati positivi sul fronte macro.
NOMINE BCE, DE GUINDOS E WEIDMANN I FAVORITI
La riunione dell’Ecofin e dell’Eurogruppo è stata in parte dedicata all’avvio della discussione sulle nomine alla banca centrale: per il ruolo di vice-Draghi al posto del portoghese Victor Constancio (riunione decisiva il 19 febbraio) il favorito è lo spagnolo Luis de Guindos. La sua nomina potrebbe tradursi in un appoggio per un candidato del Nord al momento dell’uscita di Mario Draghi (fine 2019). In tal caso, in pole position potrebbe esserci Jens Weidmann che dovrà però vedersela con il governatore della Banque de France François Villeroy de Galhau.
BANCHE, IN EVIDENZA BPM E BPER
Deboli i bancari in sintonia con l‘andamento dello Stoxx settoriale europeo, mentre il focus del mercato è sempre concentrato sulle sofferenze. In particolare:
- Positiva Bper +1%. Kepler-Cheuvreux ha confermato il giudizio Buy, ritoccando il prezzo obiettivo a 4,70 euro da 4,65 euro. Più ottimista Mediobanca che lunedì ha promosso il target a 6,0 euro da 5,60 euro. L’upside potenziale rispetto alla quotazione è intorno al +30%.
- Ubi è salita nel finale dello 0,5% dopo i commenti positivi degli analisti alle indiscrezioni stampa relative ad un‘accelerazione della strategia di riduzione dello stock di Npl con una possibile cessione in vista pe un miliardo di sofferenze.
- Banco Bpm +1,8%. Capital Research ha il 5,15% del capitale, con questa quota, il fondo è il primo socio.
- Giù Unicredit-0,73%, resta sui massimi dell’anno Intesa, invariata.
- Creval -4,8%, è stato il peggior titolo della seduta. L’istituto, punta ad anticipare a giugno la cessione dei crediti in sofferenza. Il fondo Algebris sarebbe pronto a partecipare all’aumento di capitale, oltre ad essere interessato ai crediti in via di dismissione.
GESTITO: 100 MILIARDI DI RACCOLTA. SALE ANCORA FINECO
Continua intanto il rally di FinecoBank + 1,38%. Si chiude in bellezza il 2017 per il risparmio gestito italiano. La raccolta netta di dicembre è stata di 2,3 miliardi di euro, un risultato che ha permesso all’industria di raggiungere nell’anno quasi 100 miliardi. In base alla mappa mensile di Assogestioni nell’anno appena trascorso i flussi si sono attestati a 97,5 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto ai 56 miliardi del 2016.
EXOR GUIDA LA SCUDERIA AGNELLI. DOMANI I CONTI FCA
Vigilia di bilancio per Fiat Chrysler– 0,61%. Il titolo ha segnato ieri in avvio il nuovo record storico a 19,98 euro per poi correggere e chiudere in ribasso a 19,57 euro. Bene Exor+0,96% a 62,95 euro) dopo l’aumento del target price da parte di Kepler Cheuvreux da 60,9 a 68,3 euro (rating buy). Il target price è stato rivisto al rialzo per tener conto dell’aumento del Nav dopo la crescita delle azioni Fca. Ma, alla luce dei multipli pagati da Aig per l’acquisto della riassicurazione Validus, Partner Re è stata pagata con lo sconto.
SUL BILANCIO STM L’OMBRA DEL DOLLARO E DI APPLE
Anche Stm -0,79% si avvia ad annunciare i conti del trimestre stanotte. C’è molta attesa dopo il rally in scia alla corsa dell’indice Sox dei semiconduttori che, dal minimo del 2008 (toccato in seguito allo scoppio della bolla subprime) ha moltiplicato per sette il suo valore.
Ma sul titolo del gruppo italo-francese, fornitore di Apple, regna l’incertezza sulla congiuntura attraversata dal colosso Usa, a fronte delle voci sulla crisi di vendita di iPhone X: secondo alcuni analisti la Mela sarebbe in procinto di ritirare l’ultimo smartphone dal commercio. Altri, però, sono di parere opposto: secondo Canalys nel trimestre sono stati venduti 26 milioni di pezzi. Per la società guidata da Carlo Bozotti (che presto cederà il bastone del comando) gli analisti si aspettano un incremento dei ricavi del 27% anno su anno, +10,4% trimestre su trimestre.
CONTINUA IL RECUPERO DI TELECOM, PAUSA PER MEDIASET
Da segnalare nel listino principale:
- Buzzi Unicem +1,44%: Ubs ha alzato il prezzo obiettivo da 27,4 a 30 euro, confermando la raccomandazione buy.
- Ancora in salita Telecom Italia +1,23%. Equita Sim ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 1,06 euro.
- Per quanto riguarda gli investimenti per i diritti del calcio gli analisti giudicano positivamente l‘approccio cauto e opportunistico degli operatori interessati, tra cui Tim e Mediaset -0,49% che hanno presentato offerte inferiori ai minimi.
- Nuove vendite su Ferragamo che cede il 2,12% su prese di profitto dopo i rialzi di ieri in scia all‘Opa di Ynap.
CAMPARI ORDINA UN RHUM, BOOM DI GIMA
Sale Campari +1,18%. Mediobanca Securities (neutral, target price 6,1 euro) riferisce alcune dichiarazioni dell’ad Bob Kunze-Concewitz secondo cui il gruppo è pronto per crescere nel segmento dei Rhum scuri e invecchiati in grande fermento dopo l’acquisto da parte di Bacardi della tequila Patron per 5,1 miliardi di dollari.
Tra le medium/small cap:
- Nuovo rialzo per Mondadori +8,52% in attesa di novità sulle attività francesi.
- Vola Gima Tt +5,35%. Mediobanca Securities ribadisce la raccomandazione outperform e un prezzo obiettivo a 19,9 euro sul produttore di sigarette elettroniche; la Food & Drug Administration americana ha concluso che le Iqos (le sigarette di nuova generazione di Philip Morris) contengono meno componenti dannose rispetto alle sigarette tradizionali.
- Trevi Fin. +19,84% a 0,462 euro è stato il miglior titolo di Piazza Affari. L’attenzione del mercato resta puntata sull’accordo con i creditori e sulla possibile cessione di Drillmec.