Mario Draghi rinvia ogni decisione sul tapering a ottobre e i Titoli di Stato brindano, mentre l’euro prosegue il suo rally sul dollaro e le principali Borse europee chiudono positive: Francoforte +0,67%; Londra +0,58%; Parigi +0,26%. Quasi tutte, a parte Piazza Affari, -0,42%, 21.722, stordita dalla bocciatura di Ferrari (-6,91%) da parte di Morgan Stanley, che impone un pit stop alle rosse di Maranello.
Così il cavallino rampante, che aveva guadagnato molto di recente, torna a quota 91 euro e oggi è il peggior titolo di tutta la Borsa. Le rosse in panne contagiano Exor -3,55%. Pesano, sul listino principale, anche le banche: Banco Bpm -2,6%; Ubi -2,56%; Unicredit -2,24%. La Bce lascia invariati i tassi e il credito soffre, in parte, la politica ultra espansiva di Francoforte. D’altra parte, ricorda Draghi, l’inflazione è ancora lontana dall’obiettivo del 2% e le previsioni sono state riviste al ribasso fino al 2019, pur in presenza di prospettive di crescita migliori.
Il super euro ostacola i programmi e non molla la presa sul dollaro, complici anche i dati macro americani in chiaroscuro, le tensioni internazionali e il nuovo uragano Irma, che dovrebbe ridursi però a tempesta tropicale. Al momento il cross è oltre 1,2. La debolezza del biglietto verde favorisce la corsa all’oro, arrivato a 1346,995 dollari l’oncia (+0,96%). Il petrolio cede, dopo il dato deludente sulle scorte Usa, maggiori del previsto: Brent 54,07 dollari, -0,24%. Wall Street apre moderatamente positiva, ma perde slancio nel corso della seduta e, al momento, solo il Nasdaq è oltre la parità. L’atteso arrivo di Irma in Florida penalizza assicurazioni, compagnie aeree e crociere.
Seduta brillante invece per l’obbligazionario europeo, con acquisti che, dopo Draghi, si concentrano soprattutto sui bond dei paesi periferici della zona euro. Per i Btp 10 anni il rendimento scende a 1,97% e lo spread col decennale tedesco a 167.00 punti base, -3,75%.
In Piazza Affari la notizia più eclatante è lo scivolone di Ferrari. Morgan Stanley in un report intitolato “è tempo di un pit stop”, osserva che la società ha raddoppiato il suo valore dall’inizio dell’anno e quindi presenta un potenziale di ribasso del 14% rispetto al suo target price a 100 dollari. La valutazione, insomma, non è più interessante, pur restando una società “solida e unica”. Sostengono i listino altre firme: Luxottica +1,66%; Ynap +1,71%; Ferragamo +1,14%. Miglior titolo fra le blue chip è Stm, +2,52%. Prosegue il recupero di Mediaset +1,49%.
Fuori dal paniere principale Beghelli -6,59% è tra le peggiori, dopo i risultati che evidenziano un calo dell’12% dell’utile operativo nel semestre.