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Euro e petrolio sempre più giù: incognita greca sui mercati

Inizio d’anno all’insegna dell’euro debole. Stamani sui mercati asiatici la moneta unica è trattata a 1,18605 sul dollaro, ai minimi dal 2006. Continua invece il volo della moneta Usa: il Dollar Index, basato sui rapporti di cambio con un paniere di sei valute, è ai massimi da nove anni.

Intanto riprende la discesa del petrolio: il Brent è sceso sotto la soglia dei 56 dollari al barile, il crude oil tratta a 51,40 dollari. Sui mercati azionari pesa l’avvio debole del 2015 di Wall Street, condizionata dal dato deludente dell’attività manifatturiera. I futures sull’indice S&P si assestano a -0,1%. Gli operatori aspettano i dati sull’occupazione in arrivo venerdì.

Frena Tokyo (-1,57%), appesantita dallo yen, l’unica valuta che guadagna posizioni sul dollaro. Positiva Hong Kong, +0,50%. Prosegue la corsa irrefrenabile di Shanghai (+1,71%), spinta dall’attesa di stimoli monetari da parte di Pechino.

BERLINO: L’USCITA DELLA GRECIA NON SAREBBE UN DRAMMA 

Anche il 2015, dunque, si apre sotto il segno delle banche centrali. Vale per gli Usa, in attesa del primo meeting della Fed (28-29 gennaio) da cui dovrebbero emergere indicazioni più precise su tempi e modi del rialzo dei tassi ufficiali. In settimana saranno pubblicati verbali dell’ultima riunione del Fomc. 

Vale per la Cina ed i mercati emergenti, impegnati a contrastare gli effetti negativi del superdollaro, come dimostra la manovra della banca centrale turca che ha alzato i vincoli delle riserve per contrastare il crollo della lira. Stamane sono in netta flessione la rupia indonesiana, il ringitt malese e il won coreano. 

Vale soprattutto per la Bce, in vista del varo del QE, ampiamente anticipato dal trend del mercato del debito. In questa chiave l’appuntamento macro più importante della settimana sarà la pubblicazione, domani, dei dati sull’inflazione Ue.

Ma i riflettori dei mercati sono già puntati su tre scadenze di gennaio che promettono di essere decisive: 1) il giorno 14 sarà reso pubblico il parere dell’avvocatura generale della Corte di giustizia europea sull’Omt, un’ipoteca pesante sulle prossime mosse della Bce; 2) il 22 il direttorio della Banca Centrale Europea decide sull’eventuale lancio del Quantitative Easing; 3) il 25, infine, si terranno le elezioni in Grecia.

Ad accendere l’atmosfera, in vista del mese di fuoco, ha contribuito l’articolo dell’autorevole Spiegel che, citando ambienti vicini alla stessa Angela Merkel, ha sottolineato che l’eventuale uscita della Grecia dall’eurozona “non sarebbe un dramma”. Berlino ha però smentito, assicurando che “non c’è alcun cambiamento di rotta” sulla Grecia e la possibilità d’una sua uscita dall’Eurozona.

L’intervista all’Handelsblatt in cui Mario Draghi ha confermato il prossimo avvio di qualche intervento di Quantitative Easing ha avuto effetti diversi sulle Borse del Vecchio Continente: positive Milano e Madrid, in ribasso gli altri listini. La settimana ha avuto un andamento contrastato per tutti i mercati europei: Francoforte ha perduto lo 0,23%, Parigi l’1,45%.

Nonostante il rimbalzo (+0,60%) di venerdì, prima seduta del 2015, Piazza Affari ha lasciato sul terreno nella settimana a cavallo di Capodanno l’1,14%. 

2015, PER I BTP UN ANNO DA 260 MILIARDI DI OFFERTE 

Ben più rilevante la reazione del mercato del debito sovrano. La prima seduta del 2015 ha riservato novità assolutamente impensabili solo pochi mesi fa. Per la prima è sceso in territorio negativo il rendimento del titolo di Stato tedesco a 5 anni (-0,007%). Il Bund decennale scadenza agosto 2024 tratta a 0,50%.

Nuovo record anche per il Btp 10, sceso ad un rendimento dell’1,73%. Il Bono spagnolo tratta poco sopra 1,50%, lo spread con i Bund è attorno a 100 bp. Le condizioni della prima asta Bot del 2015 saranno comunicate mercoledì 7. Il giorno dopo sarà la volta delle emissioni a medio-lungo termine. 

L’anno si annuncia particolarmente impegnativo per il Tesoro: sono in scadenza emissioni a medio-lungo termine per 200 miliardi cui si aggiungeranno altri 60 miliardi per il finanziamento del fabbisogno. I Bot in scadenza assommano a 119 miliardi. 

BANCHE, IN EVIDENZA BPM. MPS IN MISSIONE A FRANCOFORTE

Partenza positiva per il credito in Europa (+1,4% l’indice Eurostoxx di settore) con l’eccezione di Royal Bank of Scotland -0,6%, nel mirino delle autorità Usa per la vendita di bond tossici. A Piazza Affari s’infiamma l’interesse per Bpm (+5,3%), miglior titolo europeo della categoria, dopo aver registrato un brillante +36% nel 2014 (contro -5% del comparto europeo). A spingere il titolo la prossima ripresa della riforma della governance oltre alla prossima cessione di un pacchetto di non performing loans.

In evidenza venerdì anche il Banco Popolare (+2,3%) e i due Big: Intesa +1,3% e Unicredit +1,9%. E’ iniziato il conto alla rovescia in vista della missione dei vertici di Monte Paschi presso la Vigilanza della Bce: il 15 gennaio la banca saprà se potrà contare su uno “sconto” sulle richieste di rafforzamento patrimoniale. 

LA VOLUNTARY DISCLOSURE METTE LE ALI AL GESTITO 

In grande evidenza il settore del risparmio gestito in attesa del decollo della voluntary disclosure. A giorni potrebbe essere annunciato l’accordo con la Svizzera per lo scambio di informazioni tra le amministrazioni finanziarie. In salita Azimut +1.9%. Lazard è salita al 5,007% del capitale. Finecobank +1,5%, Banca Generali +1,1%. 

TELECOM, TELCO ALL’ULTIMO ATTO

Dopo l’Ok dell’Anatel, l’autorità delle tlc brasiliane, procede la scissione di Telco, condizionata all’uscita entro 18 mesi di Telefonica dal capitale della holding che controlla Telecom Italia ed al congelamento nel frattempo dei diritti di voto. Con l’operazione Telefonica avrà il 14,8% di Telecom (in parte già destinato a Vivendi) Generali circa il 4% mentre Intesa Sanpaolo e Mediobanca l’1,6% a testa.

La compagnia triestina ha già provveduto a parcheggiare la quota di sua competenza, lo stesso faranno in vista di una uscita Mediobanca ed Intesa. 

FCA IN ATTESA DELLE VENDITE RECORD DI CHRYSLER 

Fiat Chrysler (+0,8%) affronta l’esame del mercato dopo i dati sulle vendite in Italia ed in attesa dei numeri di Chrysler sul mercato Usa che saranno diffusi nel pomeriggio. Il mercato italiano cresce del 4,2% ma le immatricolazioni sono ancora sotto del 45% rispetto al 2007. Fiat ha venduto 377 mila auto (+1,4% sul 2013), un volume insufficiente a garantire futuro all’indotto, con una quota del 27,7%.

L’Italia pesa ormai solo il 10% sulle vendite del gruppo, ancor meno sui ricavi. Anche per questo l’attenzione è concentrata sui dati di Chrysler di oggi: è previsto un nuovo record.

ATLANTIA E SALINI, L’ORA DEGLI INDENNIZZI

Stagione di rimborsi per alcune società made in Italy. Salini Impregilo (+1,7% venerdì) ha vinto il primo round nei confronti dell’Autorità del Canale di Panama. Al consorzio cui partecipano oltre alla società italiana la belga Ian de Nul e la spagnola Sacyr è stato riconosciuta un rimborso di 234 milioni.

La Francia ha riconosciuto un indennizzo di 403 milioni a Ecomuv, il consorzio controllato al 70% da Atlantia +3,2%. A questa cifra, da saldare entro marzo, si aggiungeranno altri 390 milioni per la gestione del debito contratto per sostenere l’operazione. 

SEAT ANCORA AGITATA: SI DIMETTE IL PRESIDENTE 

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Si profila una nuova seduta turbolenta per Seat. Venerdì sera si è dimesso il presidente Guido De Vivo. Un comunicato della società spiega che le dimissioni “sono motivate da divergenze relative alla gestione della fase di transizione che, dalla conclusione della procedura concordataria, condurrà alla scadenza naturale dell’attuale consiglio di amministrazione con l’approvazione del bilancio per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2014″. 

Il gesto precede di pochi giorni l’assemblea che il 27 gennaio dovrà pronunciarsi sull’azione di responsabilità nei confronti dei precedenti amministratori.

Categories: Finanza e Mercati