L’euro si prende le prime luci della ribalta del 2018 rafforzandosi sopra quota 1,20 dollari e toccando quota 1,2046, oltre il livello record di 1,2045 segnato il 2 gennaio 2015. La corsa della moneta unica frena però i listini del Vecchio Continente.
Le Borse europee si muovono sotto la parità. A Milano, dopo un lieve rialzo iniziale, l’indice Ftse Mib perde ora lo 0,8%, attorno a quota 22.600. Perdite simili a Parigi e Londra. Meglio Madrid (-0,25%) e Londra (-0,40%).
Sotto pressione anche le obbligazioni. Il rendimento del Bund decennale sale a 0,45%, mentre quello del Btp si porta oltre il 2%, entrambi sui massimi da metà ottobre.
Il petrolio Brent è in lieve rialzo a 67,1 dollari il barile, sui massimi dal maggio 2015: la scorsa settimana il guadagno è stato del 2,4%. In Iran, il terzo produttore di petrolio dell’Opec, le dimostrazioni anti governative continuano: secondo fonti semi ufficiali, i morti negli scontri sono stati 12. Saipem +0,6%. Eni -0,3%.
I dati dell’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona mostrano una situazione di solida crescita: l’indicatore di dicembre è salito a 60,6 punti, ben oltre la soglia (50 punti) che separa la contrazione dall’espansione economica. Bene Francia e Germania. La domanda estera ha spinto tedesca la crescita su livelli record, mentre limiti di capacità hanno generato ritardi nelle consegne come non accadeva da oltre 20 anni. Leggero calo per l’Italia con il Pmi sceso da 58,3 a 57,4 punti, ma sempre ai massimi dal 2011. Il capo economista di Ihs Markit, Chris Williamson, sottolinea che “il Pmi manifatturiero dell’Eurozona ha concluso il miglior anno mai osservato, ponendo le basi per un forte inizio del 2018. I nuovi ordini sono aumentati a un tasso quasi record, mentre, in preparazione per la maggior produzione, la crescita degli acquisti ha raggiunto un nuovo picco”.
Sotto tiro l’Automotive (-2%) dopo dati sotto le attese sulle immatricolazioni in Francia e per effetto dell’aumento del prezzo del petrolio. Ribassi tra il 2 ed il 3% per Bmw, Peugeot, Renault e Volkswagen. In forte ribasso a Piazza Affari Fiat Chrysler: -2,55%, a 14,53 euro. Maserati ha disposto un richiamo precauzionale per oltre mille delle sue nuove super car per riparare alcuni tubi carburante difettosi. Le auto non sono ancora state consegnate ai clienti.
In rosso anche Ferrari (-1,9%) e Brembo (-3%). Cnh Industrial -1%
Brilla al contrario la stella di Mondadori, +3,7% in vista dell’aggregazione delle attività francesi del gruppo editoriale con Lagardère e Marie Claire per un fatturato complessivo di un miliardo e quotazione della newco a Parigi. Banca Akros ha alzato il giudizio a “buy” da “neutral” con target price confermato a 2,4 euro.
Il comparto bancario è passato in negativo e cede lo 0,35%. Poco sotto la parità Unicredit (-0,3%), Intesa cede lo 0,7%. Tra i titoli più piccoli, Carige sale dell’1,2%. L’istituto non dovrà scendere nel corso del 2018 sotto la soglia dell’11,17% di Common Equity Tier 1, in leggero calo da 11,25% del 2017. Lo ha stabilito la Vigilanza della Bce. Creval perde il 3,5% in attesa dell’aumento di capitale.
Dopo gli iniziali rialzi sulla scia dei decreti che hanno stabilito l’aumento delle tariffe autostradali per il 2018, Atlantia (buy per Equita) cede lo 0,34%. Il governo spagnolo ha autorizzato Acs e la controllata tedesca a rilevare Abertis in caso di successo della loro offerta pubblica di acquisto. Una risposta per quella avanzata dal gruppo italiano è attesa entro l’8 gennaio. Sias (aumento delle tariffe del 3,5%) avanza dello 0,45%. Autostrade Meridionali sale dell’1,66%.
Nel resto del listino da rilevare Interpump (+0,3%), che ha comprato un’azienda finlandese per 9 milioni di euro. Reno de Medici +9%, Electro Power System +5%.