I mercati vedono nero. La frana dell’euro (0,993 contro il dollaro, ai minimi da vent’anni) accompagna i crescenti timori sulle vere intenzioni di Gazprom, che si accinge a chiudere i rubinetti del gasdotto Nord Stream per “manutenzione”. Wall Street, in attesa delle parole del presidente della Fed, indossa l’elmetto. Finito il mini-rally che ha consentito di recuperare parte delle perdite dai minimi di giugno, i listini Usa hanno scontato in anticipo una nuova stretta: Borse in forte calo, Bitcoin allo sbando assieme all’oro, ai minimi da un mese, corrono le obbligazioni, ai massimi dal 21 luglio, ma torna a crescere (29,7 punti) la forbice tra i tassi a breve e quelli a lungo, un segnale forte del possibile arrivo della recessione.
Insomma, il pessimismo è di rigore. E forte è la voglia di non farsi trovare con il cerino in mano all’avvio di un autunno che si annuncia rovente. Ma il nervosismo degli operatori, forse, è esagerato. Ieri gli strategist di JP Morgan hanno scritto che, nel corso dell’autunno, la Federal Reserve cambierà il registro della comunicazione e comincerà a preparare i mercati alla fine della stretta monetaria.
Lo scossone ha comunque portato il Nasdaq a perdere ieri il 2,6%, l’S&P500 il 2,1% ed il Dow Jones a bruciare 600 punti.
Soffrono i tecnologici: Zoom -7%
Pagano il prezzo più alto i titoli tecnologici: Nvidia -4,6%, brusca frenata anche per Amazon (-3,5%).
Soffre più di tutti Zoom (-7%), addirittura -70% da inizio anno. La società delle teleconferenze fatica a tenere i ritmi di crescita dei lockdown. Nel trimestre i ricavi sono saliti soltanto dell’8%.
Future europei sulla parità dopo la tempesta
Dopo le massicce perdite di ieri i future segnalano una partenza tranquilla per i listini europei: Il future dell’indice EuroStoxx 50 è intorno alla parità.
Francoforte, la piazza più esposta sul fronte del gas, ha perduto ieri il 2,1%. Milano -1,64%.
Si allarga lo spread fino a sfiorare 230 punti, a fronte dell’aumento dei rendimenti: il Btp decennale è al 3,58%, il Bund di pari durata all’1,29%.
Tokyo -1%. Sale solo l’India +0,3%
La frenata coinvolge stamane anche le piazze asiatiche. Nikkei di Tokyo -1%. Salgono, in controtendenza rispetto al listino, le società delle compagnie aeree: Japan Airlines +3%. Il governo giapponese, secondo quanto ha scritto stanotte il Nikkei, sta considerando la possibilità di rimuovere l’obbligo di test Covid 19 negativo ai viaggiatori vaccinati in arrivo dall’estero.
Scendono meno le borse della Cina. Hang Seng di Hong Hong -0,5%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,1%. Sale il mercato azionario dell’India: BSE Sensex +0,3%. Kospi di Seul -0,8%.
Petrolio a 91 dollari. Vicino l’accordo con l’Iran
Il petrolio WTI è in rialzo di quasi l’1%, a 91 dollari. Brent a 97,2 dollari. Ieri il greggio è arrivato a perdere il 4%, ma a fine seduta aveva quasi del tutto annullato lo svantaggio. Dall’Arabia Saudita è arrivato in serata un avvertimento: l’Opec+ potrebbe ridurre la produzione di petrolio se i prezzi continuassero a calare. Il ministro dell’energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha detto all’agenzia Bloomberg che il cartello ha la capacità di ridurre la produzione.
Nel corso della notte, gli Stati Uniti hanno espresso soddisfazione per il fatto che l’Iran ha abbandonato l’intenzione di procedere con la costruzione di siti di sfruttamento dell’energia nucleare. Il portavoce del Dipartimento di Stato di Washington, Ned Price, ha detto che l’amministrazione Biden sta esaminando la bozza di accordo mediata dall’Unione Europea, non impiegherà un giorno in più del necessario per fornire la risposta all’Ue. Il capo della politica estera europea, Josep Borrell, aveva dichiarato in precedenza che l’Iran ha inviato una proposta ragionevole.
L’agenda di Piazza Affari: Tim, Stellantis, Intesa Sanpaolo
L’Ad di Tim, Pietro Labriola, ha acquistato sul mercato un milione di azioni della società al prezzo di 0,2084 euro.
In casa Stellantis, la produzione negli stabilimenti automobilistici in Francia – che avevano chiuso per la pausa estiva annuale – riprenderà in modo più normale rispetto alla fine di agosto 2021, quando la carenza di chip aveva portato a una serie di arresti di produzione, ha detto un portavoce.
Quanto a Intesa Sanpaolo, alla data del 19 agosto, dall’avvio del programma il 4 luglio 2022, ha acquistato complessivamente 497.201.056 azioni, pari a circa a il 2,49% del capitale ante annullamento, a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,7281 euro, per un controvalore totale di circa 859 milioni di euro.