In una seduta di ponte fra il Capodanno e il weekend, l’indice regionale MSCI Asia Pacific sale dello 0,2% (oltre al Giappone sono chiuse le borse in Cina, Taiwan, Nuova Zelanda, Thailandia e Filippine). Il dollaro si erge ancora contro tutti: un indice del cambio effettivo (Bloomberg) sale al livello più alto da più di cinque anni, e l’euro scende a 1,205 (livello più basso dal giugno 2010).
Lo yen è sempre sopra quota 120 contro il dollaro, e il biglietto verde guadagna anche sul dollaro australiano e praticamente tutte le valute asiatiche. Anche la moneta cinese (6,23) risente della forza del dollaro. Il rublo segna quota 59 contro il dollaro.
A fare le spese dell’afflusso di capitali verso gli Usa è anche l’oro, che scende a 1185 $/oncia. Il petrolio non è molto variato: 53,8 $/b il WTI, 57,5 il Brent. In rialzo (+0,5%) i futures su Wall Street: oggi sono attesi i dati Usa sul PMI (ISM) manifatturiero e sulle spese per costruzioni.