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Euro 2016, l’Italia perde e pensa alla Spagna

Passo indietro azzurro. Nel risultato (ma quello, tutto sommato, contava poco), nel gioco (che invece aveva un peso non indifferente) e soprattutto nel valore del gruppo. Già, perché la nota più stonata della sconfitta con l’Irlanda è proprio la mancata risposta delle cosiddette seconde linee, incapaci di sfruttare l’occasione e autori della peggior partita del nostro Europeo.

Va detto che gli avversari avevano più motivazioni di noi (con questa vittoria si sono qualificati agli ottavi come terzi nel girone) e questo, al di là delle dichiarazioni di facciata, ha sempre un suo peso, eppure ci aspettavamo di più da quei ragazzi sin qui poco impiegati da Conte, in teoria pronti a tutto per guadagnarsi una maglia da titolare.

“Ho poco da rimproverare a loro – ha glissato il ct in conferenza stampa. – È stata una partita molto fisica e tosta su un campo ai limiti dell’impraticabilità, detto questo ho avuto le risposte che cercavo. L’unico rammarico è averla persa quando pensavamo di averla in pugno, ora voltiamo pagina e pensiamo alla Spagna. Guardando il tabellone c’è uno sbilanciamento pazzesco tra le squadre che sono a destra e a sinistra, però c’è un regolamento e bisogna rispettarlo”.

Difficile che Conte possa davvero ritenersi soddisfatto della prova dei suoi, d’altronde il massiccio turnover non ha aiutato l’inserimento di tanti giocatori non abituati a questi livelli e dunque in difficoltà già a prescindere. Rispetto al match contro la Svezia sono stati ben 8 i cambi del ct, eccezion fatta per gli intoccabili Barzagli e Bonucci (quest’ultimo diffidato) e per il tuttofare Florenzi, ieri schierato da mezzala.

Sul pessimo prato di Lille è andata così in scena l’Italia 2, azzardo troppo grosso (per quanto ampiamente giustificato) anche al cospetto di un’Irlanda tutt’altro che trascendentale. Ne è uscito un match brutto e tignoso, con tantissimi errori tecnici individuali e poche, pochissime, emozioni, da una parte e dall’altra.

Nel primo tempo sono stati i “verdi” di O’Neill a creare i pericoli maggiori, con Sirigu bravo a respingere il colpo di testa di Murphy dopo aver visto un tiro di Hendrick sfiorare l’incrocio dei pali. L’Italia? Tutta in un destro fuori di poco di Immobile, oltre che in una fase difensiva accorata nonché inferiore ai precedenti. D’altronde Buffon, Chiellini e De Rossi non si regalano facilmente, tanto più se Bernardeschi e Sturaro non sono neanche lontanamente paragonabili a Candreva e Giaccherini.

Nella ripresa il copione è rimasto lo stesso, poi, al 75’, ecco la scossa che poteva renderlo molto più intrigante. L’ingresso di Insigne infatti ha portato estro e velocità a una fase offensiva sin lì insufficiente, a dimostrazione che il napoletano ha colpi e qualità come pochi (per non dire nessuno) in rosa.

Peccato solo che il suo destro si sia stampato sul palo, altrimenti, probabilmente, staremmo qui a parlare dell’ennesima vittoria azzurra, oltre che della possibilità di vederlo titolare contro la Spagna. Invece ci tocca commentare uno scenario opposto, perché all’85’ Brady ha preso il tempo a Bonucci e Sirigu portando l’Irlanda agli ottavi e lasciando i nostri con l’amaro in bocca.

La prima sconfitta, comunque, resta indolore: con la Spagna infatti rivedremo l’Italia tipo, oltre che l’atteggiamento da sfavoriti che tanto ci piace. “Queste cose le lascio a voi, siete bravi a giudicare” il commento piccato di Conte nei confronti della stampa, quasi fosse un’eresia considerare le Furie Rosse superiori a noi.

Ma la forza di questo gruppo sta proprio nell’animo battagliero del suo ct, molto più a suo agio in mezzo alle tempeste che nei mari tranquilli dei complimenti. Per far sì che il miracolo quarti riesca (di questo si tratterebbe) bisogna ritrovare subito gli occhi della tigre, oltre che incrociare le dita e sperare che tutto torni a girare per il verso giusto.

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