Eurizon, la società di asset management del gruppo Intesa Sanpaolo, ha chiuso il 2020 con un utile netto di 512,9 milioni. La raccolta netta sui dodici mesi è stata pari a 5,2 miliardi, mentre il patrimonio gestito ha raggiunto i 349 miliardi (+4%)
Il margine da commissioni si è attestato a 835,4 milioni, con un rapporto cost/income al 18,1%. Lo comunica la società di gestione.
L’espansione internazionale è assicurata con la performance della controllata cinese Penghua Fund Management (49%). Le masse in gestione sono salite a un livello record appena sotto i 103 miliardi di euro.
Nello specifico della raccolta, i fondi aperti hanno ottenuti flussi in ingresso per 5 miliardi, distribuiti tra obbligazionari (+3,3 miliardi), azionari (+3,2 miliardi), bilanciati (+2 miliardi) e monetari (+2 miliardi). Negativi invece i flussi sui fondi flessibili per 5,5 miliardi.
Il trend di crescita, precisa il comunicato Eurizon, “ha registrato un’accelerazione nell’ultimo trimestre, con 4,5 miliardi di raccolta tra ottobre e dicembre 2020”.
“Il 2020 è stato particolarmente complesso e senza precedenti, a causa della pandemia. In questo primo anno alla guida di Eurizon, non posso che esprimere soddisfazione per le capacità e la coesione di cui ha dato prova la squadra della divisione Asset Management, riuscendo a raggiungere importanti risultati – ha commentato l’a.d. Savero Perissinotto -. Stiamo portando avanti significative iniziative su diversi fronti, tra cui nuove soluzioni per la riqualificazione della liquidità, in collaborazione con le altre divisioni del gruppo Intesa Sanpaolo, e nuovi strumenti a supporto dell’economia reale conformi alla normativa sui Pir alternativi. Stiamo inoltre rafforzando – ha concluso – la collaborazione con le realtà dell’ex gruppo UBI tramite l’attività di collocamento dei prodotti Eurizon, così come il coordinamento con la struttura di asset management di Pramerica sgr”.