Borse euforiche per l’accordo raggiunto nella notte tra i leader europei. Ancora molti i complessi dettagli tecnici che dovranno essere definiti ma l’intesa viene giudicata un passo in avanti importante. Il sì arriva anche dai mercati che festeggiano, complici anche dati americani che allontanano lo spettro di una recessione double dip e fortitrimestrali corporate in Europa e oltreoceano: il Ftse Mib balza del 5,49%, il Dax del 5,25%, il Cac del 6,28% e il Ftse 100 del 2,89%. Una reazione che secondo gli operatori ha le premesse per proseguire anche nei prossimi giorni.
Scende lo spread tra i Btp e i bund tedeschi a 367 punti base mentre sul fronte degli impegni presentati dal Governo italiano a Bruxelles è scontro sui “licenziamenti facili”, ossia l’introduzione di una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato, con i sindacati che minacciano lo sciopero generale.
Brillano in Europa soprattutto le banche che beneficiano dell’allentarsi delle tensioni della crisi del debito. In breve, l’accordo europeo prevede: la ricapitalizzazione delle banche già sottoposte a stress test (qui le stime dell’Eba hanno indicato un fabbisogno di circa 106 miliardi inferiore ad altre stime circolate nelle settimane passate); l’aumento della potenza di fuoco dell’Efsf a 1.000 miliardi grazie al ricorso a vari strumenti tra cui anche un veicolo speciale che potrebbe essere finanziato anche dai Paesi emergenti oltre che dal Fmi (è passata la linea tedesca per l’esclusione del coinvolgimento della Bce); il taglio del valore nominale dei titoli greci del 50%.
Per ricapitalizzarsi le banche dovranno prima fare ricorso sulle proprie forze, poi potranno chiedere l’intervento degli Stati e solo in ultima battuta potra’ intervenire il fondo salva-Stati Efsf. Si riapre così il tema del rischio credit crunch per le imprese.
Oggi ai risultati del vertice si sono sommati alcuni confortanti dati macro dagli Usa: le richieste di disoccupazione sono scese di 2mila unità in linea alle attese ma soprattutto il pil del terzo trimestre, il dato preliminare, ha mostrato una crescita del 2,5% in linea con la fine del 2010 e in miglioramento rispetto all’1,3% del secondo trimestre. Un importante ruolo propulsivo lo hanno svolto i consumi. Pare allontanarsi così il timopre per una recessione a double dip. Wall Street apre in positivo, al momento il Dow Jones viaggia in rialzo del 2,25%, il Nasdaq dell’1,87%.
L’euro si rafforza sul dollaro in area 1,417 sui massimi di sette settimane. Il petrolio beneficia del ritrovato ottimismo e il Wti sale a 93 dollari al barile.
A Piazza Affari, dove è in corso la stagione delle trimestrali, sono euforici i titoli finanziari e le banche nonostante la stima dell’Eba, l’autorità europea, sia per una ricapitalizzazione di circa 14 miliardi (circa 7,38 a Unicredit, capitale adeguato invece per Intesa) e sia già emerso il malumore del settore dalle dichiarazioni di Giuseppe Mussari, presidente Abi, e di Giuseppe Guzzetti, presidente Acri. Con la necessità di ricapitalizzare le banche tornano in primo piano i timori credit crunch per le imprese.
Corrono Mediolanum a + 10,95%, Azimut +10,17%. Intesa, sulle attese che sia la banca con meno esigenze di ricapitalizzazione, sale del 10,09% e Unicredit del 7,49%, Mps del 5,11%.
Bpm sale del 3,58% dopo che Chiesa è stato confermato a direttore generale mentre la poltrona da consigliere delegato rimane al momento vuota.
Corre Mediaset (8,52%) dopo dati del trimestre sopra le attese per Mediaset Espana.
In attesa dei risultati trimestrali (che sono usciti a mercati chiusi) Fiat sale del 4,51% e Fiat Industrial del 7,42%. A mercati aperti arrivano i conti di Chrysler che archivia utili netti nel terzo trimestre a 212 milioni di dollari contro una perdita di 84 milioni dello stesso periodo 2010 e che ha alzato il target 2011 di utile netto a 0,6 mld dollari dalle precedenti previsioni di massimo 0,5 miliardi.
Oggi sono arrivati i brillanti dati di Volkswagen che nel mondo ha messo a segno uno storico sorpasso su Toyota in anticipo sui tempi previsti (2018) e contende a Fiat la leadership in Brasile. Il gruppo tedesco chiude i nove mesi 2011 con un utile operativo in rialzo dell’86% a 8,97 miliardi di euro grazie all’aumento delle vendite ma anche e al contributo dei derivati utilizzati nella fusione con Porsche.
Saipem, che ieri ha diffuso i conti in linea con le attese confermando i target 2011, sale del 7,78%. Oggi è stato il turno di Eni (+3,86%) che ha diffuso numeri migliori delle attese: l’utile netto adjusted è salito nei nove mesi del 5% a 5,43 miliardi e quello del terzo trimestre del 7% a 1,79 miliardi. Il titolo continua beneficia anche dell’annuncio sulle reali dimensioni del giacimento in Mozambico, rivelatosi del 50% più grande di quanto inizialmente annunciato.
Sotto la lente Edison (+0,17%) nel giorno in cui i soci italiani sono volati a Parigi per il negoziato decisivo con Parigi per tentare un compromesso dopo la proposta shock di Edf che vorrebbe prendersi tutta Edipower lasciando agli italiani il polo “verde” Edens.
Sul paniere principale chiude in rosso solo Lottomatica (-1,5%) che però da inizio anno è il titolo che ha messo a segno la migliore performance: + 48%.