“La nostra ambizione è di parlare all’uomo della strada, cioè alla cosiddetta massaia di Voghera che ormai fa la spesa in compagnia dello spread come se questo fosse il centro del mondo”. Ettore Fumagalli, già presidente della Borsa di Milano e delle Borse valori europee (prima del Big Bang), spiega così le ragioni e l’obiettivo del convegno “Finanza: la serva padrona?” promosso dall’Aiaf, l’associazione italiana degli analisti finanziari: un incontro animato da tecnici e addetti ai lavori di alto livello, ma rivolto a “chi sta soffrendo la crisi mentre la stampa si limita e talvolta si compiace di un terrorismo mediatico pubblicando girandole di dati disomogenei riferiti a periodi temporali diversi difficili da comparare per i non esperti”.
“Nel nostro convegno – sottolinea il presidente dell’Aiaf Paolo Balice – Metteremo a confronto esponenti del mondo accademico e di quello finanziario su proposte e soluzioni per correggere gli eccessi del sistema finanziario internazionale”.
Il tema del recupero del ruolo, ormai sbiadito, della Borsa come motore per la ricapitalizzazione delle imprese sarà affrontato da accademici quali Francesco Cesarini e Giacomo Vaciago e dal presidente di Assosim Michele Calzolari. Salvatore Bragantini e Donato Masciandaro affronteranno il tema delle regole, mentre il socio Aiaf Alfonso Scarano esaminerà il tema delle agenzie di rating. Il pomeriggio, invece, verrà dedicato al tema della governance dei mercati (Malcolm Galloway Duncan) , dell’High Frequency trading (Giovanni Bottazzi ed Alfonso Scarano), dell’Over the Counter e dei “pseudo derivati (Emilio Girino) più l’analisi del difficile rapporto tra finanza e “uomo della strada” (Giorgio Tagi) o l’impatto della crisi sulla realtà italiana (Antonio Maria Rinaldi).
Un programma fitto, che occuperà l’intera giornata di mercoledì all’Auditorium don Alberione in via Giotto 25 a Milano. “Vogliamo contribuire – sintetizza Fumagalli – a fare chiarezza sulle cause della crisi che dipende dal fatto che la finanza, da “serva” dell’economia, è diventata “padrona”, autoreferente e sganciata dagli interessi generali”.
Di qui un processo in piena regola alle degenerazioni del sistema: il misurato effetto leva; la proliferazione di prodotti opachi, come i cds sugli Stati sovrani; i numerosi conflitti compresi quelli delle agenzie di rating; l’opacità delle “dark pool” che ha sostituito la concentrazione degli scambi sui mercati ufficiali; l’impatto dell’attività di trading via algoritmi. Infine, non ultimo, lo strapotere dei protagonisti too big to fail.
Insomma, uno sguardo d’assieme sulla crisi della finanza condotto da protagonisti ed osservatori d’eccezione. Con la promessa di usare un linguaggio accessibile a tutti. O quasi.