Continua a tenere banco la vicenda intorno al crac di Banca Etruria: se ne sta parlando in commissione banche, con l’ultimo interrogatorio proprio oggi dell’ex ad di Veneto Banca Vincenzo Consoli, mentre la polemica politica è tornata a travolgere l’ex ministro delle Riforme del governo Renzi, Maria Elena Boschi, attualmente sottosegretario e coinvolta indirettamente in virtù della presenza del padre Pier Luigi nei vertici dell’istituto toscano.
A difendere Maria Elena Boschi è intervenuto anche il premier Paolo Gentiloni: “Il ministro Boschi – ha detto il premier in conferenza stampa a Bruxelles – ha chiarito le circostanze emerse nell’audizione del presidente della Consob , Giuseppe Vegas. Non mi permetto di dare giudizi sulla commissione ma mi auguro che le prossime settimane non siano dominate da bisticci sulle banche. Non sono il giudice del valore aggiunto o non aggiunto. Penso – ha detto ancora – che Maria Elena abbia chiarito tutto quello che c’è da chiarire, quindi sarà candidata dal Pd e mi auguro che abbia successo”. Gentiloni ha dunque escluso l’ipotesi di una candidatura della Boschi in una lista elettorale a nome del premier, escludendo anche la stessa possibilità di creare quel tipo di lista: “Un’ipotetica ‘Lista Gentiloni’ alle prossime elezioni – ha sottolineato – non mi sembra cosa realistica“.
Consoli ha invece dichiarato, interrogato dalla commissione parlamentare che indaga sui vari crac bancari recenti, che l’incontro a casa Boschi tra i vertici di Etruria e Veneto Banca ci fu e vi partecipò anche Maria Elena Boschi: “Il ministro Maria Elena Boschi partecipò a un incontrò con i vertici di Banca Etruria e di Veneto Banca nella casa di famiglia ad Arezzo nella pasqua del 2014, per un quarto d’ora, nel quale non proferì parola, dopo di che si alzò e andò via”, ha detto l’ex ad di Veneto Banca in audizione. La riunione avvenne “perchè sapemmo che Etruria aveva ricevuto da Bankitalia una lettera simile alla nostra” nella quale chiedeva l’aggregazione con un partner di “elevato standing” e indicandolo poi in Popolare Vicenza.