L’Etna è di nuovo in eruzione. Il vulcano attivo già alto della placca euro-asiatica regala agli abitanti di Catania e Provincia uno spettacolo unico nel suo genere e qualche preoccupazione.
A cinque mesi dall’eruzione di Natale, due importanti fratture sub-terminali si sono aperte alla base del cratere Sud-Est e sul fianco nord-orientale del Nuovo cratere Sud-Est. Da entrambe emergono due colate laviche che però secondo i vulcanologi al momento sarebbero poco alimentate.
Il tremore dei condotti magmatici interni ha raggiunto valori medio-alti e attualmente è in diminuzione.
“Siamo all’avvio di una nova fase eruttiva dell’Etna – spiega il direttore dell’Ingv di Catania, Eugenio Privitera – che potrebbe finire presto o durare mesi. I fenomeni sono tutti confinati nella zona sommitale del vulcano e non costituiscono un pericolo per centri abitati e persone, ma bisognerà controllare i flussi di turisti nella zona per la loro sicurezza”.
Il fenomeno è accompagnato da un’attività stromboliana dai crateri principali, ma al momento non c’è nessuna conseguenza sull’aeroporto di Catania, che resta pienamente operativo, data l’assenza di emissione di cenere vulcanica.
Già dalla serata di ieri, 29 maggio, gli strumenti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia avevano rilevato un incremento dell’ampiezza del tremore, l’attività microsismica che denuncia la risalita del magma nei condotti dei crateri.
L’eruzione vera e propria è invece cominciata alle 5,30 di questa mattina, quando la lava ha iniziato a fuoriuscire dalle fratture sotto il cratere Nuovo Sud Est.
L’eruzione ha creato non poco allarme tra gli sfollati di Zafferana Etnea, il Paese che lo scorso 26 dicembre fu colpito da un terremoto di magnitudo 4.8 e che nel pomeriggio del 29 maggio è stato soggetto a un’altra scossa di magnitudo 2.8. A confermare la notizia è l’Ingv di Catania. L’epicentro è stato localizzato a un chilometro a ovest da Zafferana.