L’industria globale degli ETF obbligazionari raggiunge importanti risultati anche nel secondo trimestre del 2017 con una quota pari a 43,3 miliardi di dollari di afflussi, lievemente al di sotto del record del primo trimestre, quando la raccolta degli ETF sul reddito fisso è stata pari 44,5 miliardi di dollari.
A livello globale, nel secondo trimestre ha raccolto 21 miliardi di dollari, guidati dall’interesse per gli investitori per il credito investment grade, per il debito dei mercati emergenti e per i fondi obbligazionari governativi.
LA DOMANDA DEL DEBITO DEI MERCATI EMERGENTI (EMD)
Guidati dalla ricerca di rendimento, nel secondo trimestre gli ETF obbligazionari dei mercati emergenti hanno registrato afflussi netti per 7,5 miliardi di dollari a livello globale. Similarmente al primo trimestre, gli investitori statunitensi hanno preferito esposizioni sul debito in valuta forte, mentre gli investitori europei si sono orientati verso fondi sia in valuta forte che locale. Questo trend si è attenuato all’inizio del terzo trimestre in considerazione del fatto che gli investitori stanno riducendo le loro allocazioni come reazione ai recenti commenti della Banca Centrale e alla crescita dei rendimenti dei Treasury statunitensi.
A livello globale nel 2017 abbiamo riscontrato una forte richiesta per il debito denominato in dollari. Tra gli investitori europei il mese di giugno ha segnato una domanda rilevante per le obbligazioni societarie.
Gli investitori diventano creativi – operando con gli ETF come strumento per accedere al mercato più ampio, molti investitori sono alla ricerca di nuove vie e contesti per utilizzare gli ETF, per esempio:
– Prestare unità ETF per aumentare il reddito incrementale e avere un portafoglio più redditizio.
– Combinare gli ETF con contratti derivati per ottenere le esposizioni obiettivo, per es. utilizzare future sui tassi di interesse per coprire il rischio tassi per ETF obbligazionari societari allargati, creando esposizione a credit spread;
– Un maggiore uso delle opzioni sugli ETF, per es. gli investitori aggiungono opzioni sugli ETF ai portafogli come protezione contro la potenziale volatilità.
FLUSSI NETTI DEGLI ETF OBBLIGAZIONARI (IN MILIARDI DI DOLLARI)
I PRINCIPALI 3 MITI SUGLI ETF OBBLIGAZIONARI
Domande dei clienti ricevuti nel 2Q che riguardano preoccupazioni comuni sugli ETF
1. Ho sentito che gli ETF possono essere più difficili da negoziare rispetto a quanto ritenuto dagli investitori, con potenziali perdite elevate in caso di liquidazioni significative. È vero?
In periodi di stress del mercato, gli ETF di iShares sono tanto liquidi quanto il mercato obbligazionario sottostante. Gli ETF rendono più semplice la negoziazione delle obbligazioni, incluse quelle ad alto rendimento e quelle dei mercati emergenti, in tutte le condizioni di mercato permettendo agli investitori di comprare e vendere in modo efficiente, con una trasparenza sui prezzi. Gli ETF consentono agli investitori piena visibilità sulle negoziazioni di acquisto e vendita. Come tutte le azioni quotate, gli investitori possono vedere il prezzo o la liquidità dell’azione, ed accedervi. Questa visibilità è importante in particolare quando il mercato è sotto pressione. Dato che gli ETF vengono negoziati sulle Borse come i titoli azionari, compratori e venditori multipli possono collegarsi simultaneamente senza dover operare sul mercato obbligazionario sottostante.
2. Gli ETF esacerbano il comportamento della massa, e quindi distorcere le valutazioni?
Il mercato è guidato dal sentiment dell’investitore e non dagli ETF. Un aumento nella domanda per l’azionario globale rappresenta il catalizzatore per la crescita dei mercati, con impatti su un’ampia varietà di veicoli di investimento.
Mentre la popolarità degli ETF cresce rapidamente grazie al fatto che sempre più investitori con differenti orizzonti di investimento, profili di rischio e obiettivi di portafoglio scoprono i loro benefici, il patrimonio investito in ETF rappresenta ancora una minima parte del mercato globale delle azioni, obbligazioni e commoditiy. Vale la pena tenere in considerazione che gli ETF obbligazionari globali rappresentano meno dell’1% della capitalizzazione dell’intero mercato obbligazionario e meno del 3% in segmenti quali l’alto rendimento.
3. Gli ETF sono soggetti a maggiori perdite maggiori rispetto alle singole obbligazioni in uno scenario di incremento dei tassi?
Molti investitori scelgono di mantenere singole obbligazioni al posto degli ETF perché ritengono che gli ETF obbligazionari siano esposti a perdite in scenari di incremento dei tassi. In verità, gli ETF possono aiutare gli investitori a muoversi in scenari di aumento dei tassi perché:
– Le strategie sulle singole obbligazioni, come mantenere le obbligazioni fino a scadenza o venderle in perdita per re-investire in obbligazioni a più alto rendimento, potrebbero non proteggere sostanzialmente gli investitori dagli effetti del rialzo dei tassi.
– Il rendimento degli ETF può aiutare a compensare lo shock dei prezzi dei titoli in termini di rendimento assoluto.
– I segmenti del reddito fisso non reagiscono uniformemente al rialzo dei tassi, quindi la diversificazione riveste un ruolo chiave.
GUARDANDO AL 3Q
LA REGOLAMENTAZIONE COME CATALIZZATORE
In Europa, ci aspettiamo che la MiFID II catalizzi l’interesse verso l’indicizzazione e gli ETF, come risultato di una maggiore trasparenza sui costi, il divieto di retrocessioni e l’introduzione dei requisiti di rendicontazione delle transazioni. Il trend è destinato a proseguire nei prossimi mesi dato che i gestori patrimoniali e i consulenti cercano di ridurre i costi di gestione e componenti scalabili per la costruzione dei portafogli, con ETF e fondi indicizzati adatti a questo scopo.
I FONDI IN DOLLARI STATUNITENSI RIMANGONO POPOLARI AL DI FUORI DEGLI STATI UNITI
Gli investitori internazionali continuano a guidare la domanda per asset in dollari statunitensi nonostante il costo di copertura valutaria. Ci aspettiamo che la domanda per prodotti a copertura valutaria continui soprattutto nei mercati europei.
GLI ETF OBBLIGAZIONARI COMPIONO 15 ANNI
Risale a quindici anni fa il debutto del primo ETF obbligazionario che ha cambiato agli investitori la modalità di accesso al mercato del reddito fisso. All’inizio, erano disponibili solo 4 ETF obbligazionari di iShares, con un patrimonio investito contenuto e un accesso limitato ai treasury e al credito investment grade statunitense. Attualmente sono disponibili oltre 300 ETF obbligazionari negli Stati Uniti con oltre 500 miliardi di dollari di asset in gestione, che permettono di accedere a tutti i settori del mercato obbligazionario.
Fonte di tutti i dati contenuti nel documento: Dati globali sull’industria degli ETF da BlackRock Business Intelligence, al 30 giugno 2017.