Nessuno sarà mai come lui. O quantomeno al momento è difficilissimo immaginarlo. Roger Federer, all’alba dei 34 anni (li compirà tra un mese esatto), liquida in tre set il francese Gilles Simon e conquista l’ennesima semifinale in un torneo del Grande Slam: ora sono 37 (di cui 23 consecutivamente, altro record), sempre più lontano Connors con 31, per non parlare degli altri.
L’eterno campione svizzero raggiunge il traguardo proprio nel suo giardino preferito: quello di Wimbledon, sulla cui erba ha già inanellato non pochi primati: 7 vittorie, come Sampras e Renshaw, di cui 5 consecutive (eguagliato Borg nell’era Open), ma anche 9 finali in tutto di cui 7 consecutive.
Il “7” è un numero che ritorna spesso nei record di Federer: la finale di Wimbledon si gioca sempre a luglio, che è il settimo mese dell’anno; il campione di Basilea ha il record di 237 settimane consecutive come numero 1 Atp (302 in tutto, record assoluto) e – come tutti sanno – ha vinto 17 tornei del Grande Slam, al momento tre in più di Rafael Nadal, ancora in attività, e della leggenda Pete Sampras.
Federer non vince uno Slam dal 2012 (proprio a Wimbledon) e l’anno scorso sui prati alla periferia ovest di Londra ha raggiunto l’ennesima finale, perdendo contro Novak Djokovic. Il tabellone suggerirebbe la stessa finale anche quest’anno, ma mentre questo pezzo viene scritto non si sa ancora quale sarà l’avversario dello svizzero in semifinale (molto probabilmente Murray). Escluso Nadal, Djokovic e Murray sono senza dubbio stati gli avversari più ostici dell’ex numero 1 negli ultimi anni: col primo ha un percentuale di vittorie del 51% (20 a 19), col secondo del 52% (12 a 11). Ma è un dettaglio, perché sarà la storia a fare il suo corso.