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Età pensionabile: trentenni in pensione a 70 anni? No, è un caso limite. Troppi equivoci sul simulatore dell’Inps

In pensione a 70 anni? Ecco la verità dietro il simulatore INPS e le previsioni allarmanti sul pensionamento tardivo per i 30enni. I requisiti reali per la pensione e le prospettive future

Età pensionabile: trentenni in pensione a 70 anni? No, è un caso limite. Troppi equivoci sul simulatore dell’Inps

Quando ero ragazzo vivevo con i miei genitori in un appartamento di fronte al quale abitava con la sorella una chiromante che leggeva il destino delle persone dai fondi del caffè rimasti nella tazzina offerta a chi le si rivolgeva. Avendo questa signora un cognome molto simile al mio, capitava spesso che i suoi clienti suonassero alla porta di casa mia. Io andavo ad aprire e capito l’antifona indicavo la porta di fronte. Ho ripensato a questa vecchia storia sepolta nel tempo insieme ai suoi protagonisti (che mi auguro di raggiungere il più presto possibile) quando ho assistito ai commenti suscitati dalla notizia che l’Inps ha aggiornato alle normative introdotte della legge di bilancio 2024 in un simulatore che, seguendo le sue indicazioni e inserendo i dati richiesti, indica a chi lo interroga a che età potrà andare in pensione.

L’esempio dell’Inps: i 30enni in pensione a 70 anni

Poiché per fare notizia bisogna seguire la vecchia regola dell’uomo che morde il cane, i media si sono gettati a capofitto su di una simulazione specifica in base alla quale un trentenne di oggi – con una modesta anzianità contributiva – sarebbe stato costretto ad andare in quiescenza a 70 anni (e magari con un assegno modesto). Ovviamente su questa simulazione si è scaricata tutta la retorica che produce a ciclo continuo l’argomento pensioni. Ai giovani trentenni di oggi veniva presentato l’ologramma di loro stessi a settant’anni vecchio e macilento ma costretto a trascinarsi sul posto di lavoro per servire – come dice Maurizio Landini – il profitto. Di fronte ad una rappresentazione tanto banale e strumentale, vien fatto di pensare che la chiromante distribuiva delle speranze di una vita migliore a coloro che (in grande maggiorana donne) si recavano a ‘’prendere un caffè’’ da lei, mentre il simulatore (al pari della busta arancione di altri tempi) costringeva il trentenne ad immaginare che la sua vita sarebbe proseguita senza sostanziali modifiche (in meglio o in peggio) rispetto al momento in cui è stato interrogato l’oracolo.

In effetti, non è facile imbottigliare – sia pure con un groviglio di statistiche e di previsioni e con l’apporto della Intelligenza artificiale – la vita di una persona, le cui azioni saranno in larga misura regolate dal CASO. Poi chi va a ricercare in proprio sul sito dell’inps il funzionamento del simulatore, si accorge che la sua operatività è molto più ampia e diffusa, nel senso che vengono indicati e spiegati le numerose possibilità – a certe condizioni di necessità – di anticipare il pensionamento.

Simulazione Inps sui 30enni: i motivi dell’esito

Ma per correttezza di informazione è opportuno spiegare i motivi e le condizioni che determinano l’esito con il quale si voluto spaventare i trentenni. A queste coorti di lavoratori si applica il sistema contributivo: ovvero si accumula un montante virtuale (perché il finanziamento del sistema continua ad essere di ripartizione e cioè sono le generazioni in attività che versano dai loro redditi le risorse necessarie a pagare le pensioni in essere) che rivalutato in base al Pil viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione in base all’età del pensionamento, per cui restare più a lungo in attività corrisponde ad un moltiplicatore più elevato. Tanto che il prolungamento dell’attività lavorativa diventa il più sicuro garante della adeguatezza del trattamento.

Nel sistema contributivo i requisiti per il pensionamento non sono soltanto i ‘’fondamentali’’ dell’età anagrafica e della anzianità contributiva; si aggiunge anche la condizione che, maturati i requisiti previsti, il montante accreditato consenta un determinato livello di pensione. Per coloro a cui si applica il sistema contributivo, dunque, 67 anni di età e almeno 20 anni di anzianità contributiva oppure 71 anni e più di e almeno 71 anni di anzianità contributiva effettiva, in ambedue i casi con cessazione del rapporto di lavoro. È previsto anche un c.d. importo ‘’soglia’’ pari ad almeno una volta l’assegno sociale (534,41 euro nel 2024 a 67 anni, mentre a 71 anni è sufficiente soltanto il requisito contributivo. È poi prevista una possibilità di anticipo con 20 di contribuzione a 64 anni di età a condizione che l’importo ‘’soglia della pensione sia pari o superiore a 3 volte quello dell’assegno sociale (nel 2024 1604 euro). A meno di non appartenere a qualifiche elevate è praticamente impossibile realizzare questo importo soglia con solo 20 anni di contributi. Tale importo scende a 2,8 e a 2,6 per le donne in rapporto al numero dei figli.

Ecco perché quello del simulatore – equivocando un po’ strumentalmente sul caso del trentenne con pochi contributi (ma devono essere meno di 20 anni che è il requisito minimo anche nel sistema retributivo per dare diritto ad una pensione e che gli consentirebbe il pensionamento a 67 anni – lo si può definire un caso limite: deve poter fare valere almeno 5 anni di anzianità effettiva (senza contribuzione figurativa.

Una rappresentazione fuorviante

Ecco perché sostengo che la rappresentazione effettuata dai media è disonesta: non si prende il caso di un trentenne che ha lavorato per brevi periodi come se fosse il prototipo del pensionamento dei giovani. Peraltro, il nuovo sistema gli riconosce una pensione; nel vecchio chi ha un’anzianità contributiva inferiore a 20 diventa un ‘’silente’’ e aspetta i 71 anni per percepire l’assegno sociale. Poi la pensione non va considerata solo per il suo importo al momento della liquidazione ma per il tempo in cui viene percepita. Qui vengono in ballo i dati della demografia e dell’aspettativa di vita che quando il trentenne andrà in pensione si saranno molto allungati, come risulta dalle tabelle in cui viene indicata l’attesa di via alla nascita e al compimento dei 65 anni, prevista nei prossimi decenni.

2040 età di attesa di vita alla nascita                    2040 anni di ulteriore attesa di vita a 65 anni

Uomini 83,2Donne 86,9Uomini 20,7           Donne 23,7

2050 età di attesa di vita alla nascita                       2050 anni di ulteriore attesa di vita a 65 anni

Uomini 84,3Donne 87,8Uomini 21,5Donne 24,4

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