Utilizzare i pronto soccorso solo in caso di effettiva necessità. Il caldo è asfissiante e gli italiani stanno partendo per le vacanze. Agosto sarà un mese affollato nelle località di mare o di montagna, ma attenzione a non trasformare i presidi di emergenza sanitaria in strutture ambulatoriali. E’ l’appello della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Faso). Nei giorni scorsi in tutta Italia sono stati messi a disposizione posti letto aggiuntivi nelle medicine interne e nei reparti dedicati ai codici minori. Le città che hanno avuto temperature intorno ai 40 gradi sono state mediamente 12-15 ogni giorno. Ora si apprende che per alleggerire il carico degli accessi ai pronto soccorso gli ospedali hanno aumentato i posti letto nei reparti interni. “Non deve mancare il supporto dei medici di medicina generale e dei servizi territoriali o la situazione diventerà critica” spiega Giovanni Migliore Presidente della Faso e Direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Bari Giovanni XIII°. E’ un buon auspicio ma in molte realtà territoriali è difficile vederlo realizzato. La Federazione ha lanciato l’appello sulla base degli ultimi rilevamenti: +30% di accessi nei pronto soccorso.
Gli effetti del clima sulla salute
La corsa al presidio sanitario più vicino è stata la risposta di milioni di italiani preoccupati da colpi di calore, dall’aggravamento di patologie pregresse accentuate dai mutamenti del clima. Gli effetti del clima si fanno sentire su anziani, bambini, persone affette da cardiopatie, ipertensione o malattie respiratorie. “Stiamo registrando un aumento medio di accessi del 30% e le aziende sanitarie e ospedaliere stanno modulando la capacità di accoglienza, con posti letto aggiuntivi nelle medicine interne o ambulatori dedicati ai codici minori per alleggerire il carico di accessi nei pronto soccorso”, aggiunge Migliore. La situazione climatica caratterizzata da temperature elevate e ondate di calore prolungate, ha posto difficoltà al sistema sanitario. I medici ospedalieri dicono che grazie alla collaborazione delle aziende sanitarie, si sta rispondendo con tempestività all’aumento della domanda di cure mediche. L’appello a non affollare i pronto soccorso è accompagnato da a proteggersi dalle alte temperature. Sul territorio, è vero, ci sono anche campagne di sensibilizzazione, numeri verdi e servizi di assistenza domiciliare. L’Italia non è unita, ci sono profonde differenze. I contesti cambiano da posto a posto. Il problema di fondo resta la medicina di base, della medicina generale, come ammette Migliore. La pandemia ha dimostrato che non solo in occasione di fenomeni estremi , ma con continuità si dovrebbero tenere sotto controllo le interrelazioni tra patologie e fattori climatico-ambientali.
“Le popolazioni vulnerabili stanno subendo simultaneamente il peso crescente di malattie croniche, disabilità, alterazioni ambientali, squilibrio demografico, disuguaglianze sociali ed economiche” ha scritto a fine 2022 l’Associazione dei medici ambientali, Isde. Solo in pochi casi ci sono state evoluzioni in questo senso. Il nesso è clima-salute è sempre più evidente e se i pronto soccorso non sono da affollare, spesso sono gli unici posti in cui si evitano guai più seri. La medicina di base è l’anello debole di una popolazione che invecchia. Un settore che ha perso 37 miliardi di euro in dieci anni.